L’Angolo Del Direttore – E’ sempre così
Prima di ogni giornata di campionato, come l’Ave Maria, mi ripeto in testa una sola frase: “qualsiasi cosa succeda non parlerò di arbitri”. Ci provo, con tutta la buona volontà, ma a tutto c’è un limite. Nessuno vuole condannare l’intero sistema per qualche errore, tuttavia siamo di fronte ad una storia che trova perennemente spazio sulle prime pagine dei giornali, togliendo spazio al calcio, quello vero, giocato in 11 contro 11 su un campo rettangolare. Urge un cambiamento radicale, per dare credibilità alla classe arbitrale in primis e al calcio italiano poi.
Non dare un fuorigioco come quello di Asamoah in Juventus-Inter o un fallo come quello di Ciani in Lazio-Inter è inammissibile, tanto quanto il gol negato a Bergessio in Catania-Juventus o il rigore dato al Milan contro la Vecchia Signora. Episodi presi a caso da una lista lunghissima di errori. Si parla di moviola, di prova TV, di Hawk-Eye, ma nulla va in cantiere e l’esperimento degli arbitri di porta sta fallendo miseramente. Ora coloro i quali sbagliano sono aumentati. Di conseguenza, tuonante, torna il solito (e noioso) quesito: stiamo tornando a quel calcio sporco o, magari, gli attuali direttori di gara sono poco adatti a questi palcoscenici? Probabilmente questa è solo sudditanza psicologica dettata da un provincialismo? Forse, ma la vera soluzione è un’altra.
Siamo nel ventunesimo secolo circondati da colossi come Facebook e possediamo strumenti che superano di gran lunga le capacità umane. Perché non sfruttarli? I giornali avrebbero meno cose da scrivere, la moviola del post-partita non acquisirebbe più lo stesso significato, ma eviteremmo di falsare interi campionati o di alzare polemiche inutili tra tifoserie e società.
Qualsiasi appassionato esige un cambiamento. La Serie A merita di più.
Lorenzo Di Caprio
[...] Articolo apparso su losportonline [...]