Approfittiamo del secondo giorno di riposo per approfondire quanto accaduto nella seconda settimana di Tour e valutare se ci potrà essere ancora corsa nella terza oppure dobbiamo aspettarci una passerella per la maglia gialla. Intanto la carovana del Tour si rilassa a Valchiusa, ai piedi delle Alpi da dove ripartirà e dove i corridori affronteranno queste ultime tappe.
Non si può che ripartire che da Chris Froome e tutto il Team Sky, come successo nella prima settimana con una dimostrazione di forza lascia agli avversari di che pensare sulla sua forza e sulla sua strapotenza in salita. Va in difficoltà solo nella tappa 13, quando il vento e i ventagli lo colgono alla sprovvista, poi in salita rimette subito le cose in chiaro, recupera quanto perso nelle giornate precedenti e poi allunga. Sul secondo in classifica generale ha 4 minuti! L’unico che lo contiene in salita è Nairo Quintana (Movistar).
Proprio il colombiano si vede catapultare come uomo di punta della Movistar e co-protagonista della seconda settimana. Dopo l’uscita di scena di Valverde merito di un’azione infelice e non proprio corretta della Belkin, ma comunque regolare, lo spagnolo, che era secondo in classifica, ha abdicato ad ogni ambizione di classifica e ha lasciato la squadra al servizio del colombiano che l’ha sfruttata subito sul Mont Ventoux, non è arrivata la vittoria di tappa ancora, ma intanto si è ripreso la maglia bianca e sarà difficile togliergliela.
Se questi sono coloro che hanno impressionato di più, di sicuro ci sono anche quelli che hanno deluso. A partire dal secondo in classifica Bauke Mollema (Belkin) il suo secondo posto non è proprio meritato e sull’unico arrivo in salita della seconda settimana perde le ruote. Contador e Kreuziger, i due Saxo che avevano riaperto il Tour e insinuato il dubbio, purtroppo hanno pedalato sì bene, ma quando dovevano fare la loro mossa hanno lasciato fare agli Sky e l’hanno pagata. Infine dati per dispersi ormai Evans (Bmc) e Schleck (Radioshack), che ci saranno venuti a fare?! In leggera ripresa è parso ‘Purito’ Rodriguez, il capitano della Katusha però è troppo lontano in classifica.
Adesso però il Tour entra nel vivo e nel duro, ok domani ancora non ci saranno grandi salite da scalare, ma il terreno per attaccare e per provarci c’è, si muoverà qualcuno in questo inedito arrivo in discesa? Difficile dirlo visto che dopo ci saranno altri 30 km circa di cronometro individuale da percorrere, logico favorito a guadagnarci sembra ancora Froome, ma poi finalmente (solo per chi guarda da casa) arrivano le Apli in un trittico da far venire il mal di gambe solo a guardarle.
Giovedì due volte l’Alpe D’Huez, venerdì non un attimo di riposo si parte subito con il Col du Glandon e a seguire Col de la Madeleine e finire con il Col de la Croix Fry, sabato si arriva davvero in quota su ad Annecy Semnoz 10.7 km all’8.5%. Il terreno per attaccare ci sarà e anche per andare in crisi se capitasse la giornata storta ed uscire definitivamente dalla corsa, vedremo come correranno gli avversari e come risponderà la maglia gialla. Maglia gialla che detiene anche il primato della montagna che è la maglia a pois, beh va da sé che finora non hanno scalato molto e tutti i punti della montagna si assegneranno in questa settimana dove ci sono le vere montagne, ma ci sarà qualcuno che proverà ad andare in fuga tutti i giorni oppure preferirà piazzarsi a tutti gli arrivi?
Se la maglia della montagna è da assegnare, la maglia verde sembra ormai promessa a Sagan (Cannondale), lo slovacco ha un vantaggio immenso sui rivali Cavendish (Omega), Greipel (Lotto) e Kittel (Argos), non preoccupa la tappa finale con arrivo agli Champs Elysées, i punti in palio non sono abbastanza se Sagan riuscisse ad amministrare il proprio vantaggio. Il problema lo faranno le montagne perché il rischio di andare fuori tempo massimo c’è eccome, ma sinceramente chi rischia di più sono quelli che inseguono e non la maglia verde.