Sfide tra compagni di squadra, conferme e sorprese
Stessa macchina, stesse probabilità di battere il tuo rivale (o almeno sulla carta). I confronti tra compagni di squadra sono sulla bocca di tutti, dagli esperti fino alle chiacchiere da bar; quest’anno più che mai, alcuni piloti sono stati soggetti a molte critiche quando confrontati con il proprio compagno di scuderia. Andiamo però a vedere, squadra dopo squadra, come si sono concluse le varie rivalità all’interno dei team.
Partiamo dal team più forte degli ultimi due anni: la Mercedes. Rispetto all’anno scorso, Lewis Hamilton ha costantemente battuto Nico Rosberg durante il corso dell’anno, seppur con qualche eccezione qua e là. Ma, una volta vinto il mondiale, Lewis ha cominciato a perdere un po’ di brillantezza e Nico ha dominato le ultime tre gare del campionato. Solo un po’ di relax per il campione del mondo, o Nico è veramente a livello di Lewis?
In Ferrari, invece, abbiamo assistito a un dominio di Vettel su Raikkonen: i 128 punti di differenza (278 a 150) sono davvero troppi. Il finlandese, seppure sfortunato in molteplici occasioni (Australia e Spa per citarne alcune), non è più chiaramente l’Iceman di qualche anno fa. Tra i due c’è per un rapporto di amicizia e massimo rispetto, e la squadra ha beneficiato di ciò: la Ferrari è senza dubbio il team più coeso del 2015. Tuttavia, manca ancora quel titolo che a Maranello non arriva dal 2007, proprio grazie a Kimi: riusciranno l’anno prossimo a battagliare con le frecce d’argento? Per scoprirlo, dovremo attendere le prime gare della prossima stagione.
In Williams, le prestazioni dei due piloti sono state altalenanti, ma in generale è stato Valtteri Bottas a prevalere. Felipe Massa ha dimostrato di saper guidare ancora ad ottimi livelli, ma la freschezza e la velocità del finlandese hanno sovrastato a più riprese il brasiliano. I due sono separati da soli 15 punti, ma il divario visto in pista è sembrato molto più ampio. L’anno prossimo potrebbe essere l’ultima stagione di Felipe in formula 1, vedremo se riuscirà a tornare davanti al suo compagno di squadra, nonostante qualità (e carta d’identità) sembrino dire il contrario.
Una delle sorprese nelle lotte tra compagni di box si è verificata in casa Red Bull, dove Daniil Kvyat ha conquistato 3 punti in più di Daniel Ricciardo. L’australiano, dopo uno splendido 2014, è sembrato un po’ in difficoltà e addirittura in affanno rispetto al regolare ma non velocissimo compagno di squadra. Qualche problema tecnico di troppo e un po’ di sfortuna hanno deciso questo scontro, e Ricciardo ne esce piuttosto ridimensionato. Ma allora l’anno scorso è stata una fiammata passeggiera? Personalmente non credo, ma l’anno prossimo potrebbe essere una stagione molto importante per la (ancora) giovane carriera dell’australiano.
Il confronto tra i due compagni di squadra della Force India può essere diviso in due parti: la prima, dove Nico Hulkenberg ha dimostrato ancora una volta di meritare una chance con una macchina che possa lottare per il podio, e la seconda, dove Sergio Perez ha infilato una serie di ottimi risultati, su tutti il podio a Sochi. Alla fine Perez ha 30 punti in più del compagno, con Nico che paga una vettura non molto competitiva nelle prime fasi della stagione.
Sia in Lotus che in Sauber, due piloti hanno nettamente battuto i rispettivi compagni di squadra: Romain Grosjean chiude l’avventura in Lotus conquistando quasi il doppio dei punti di Maldonado (51-27), che paga i 6 ritiri nelle prime 6 gare (e qualche sciocchezza di troppo). Nasr fa un’ottima prima parte di stagione, poi però le performance della Sauber calano drasticamente e il brasiliano fatica ad arrivare nei 10 da Silverstone in poi. Per sua fortuna Ericsson non fa una buona prima parte di stagione come lui, e così il secondo Felipe chiude l’anno con il triplo dei punti dello svedese (27-9)
Che dire della McLaren: per come era cominciata la stagione, i 27 punti ottenuti (16 con Button e 11 con Alonso) non sono poi così pochi. Non mi sento però di poter dire chi abbia avuto il rendimento più alto nell’arco della stagione: i ritiri dovuti a problemi tecnici sono davvero troppi, e quasi sempre hanno pregiudicato le gare dei due piloti. Poche parole anche per la Manor: da quanto visto (quasi niente), Stevens può avere un futuro in F1, Rossi anche, mentre Mehri ha dato l’impressione di avere poco a che fare con il mondo delle corse a due ruote (o almeno per il momento).