Giro d’Italia 2017. Percorso duro da subito, quasi una Vuelta
Presentazione ieri in pompa magna a Milano del percorso numero 100 del Giro d’Italia con ospiti d’onore i nostri due migliori corridori a tappe. Fabio Aru e Vincenzo Nibali che ci si augura di vedere protagonisti nel prossimo maggio.
Percorso dell’edizione 2017 che ha cercato di raggiungere il più regioni possibili anche se tutte era chiaramente impossibile.
Dopo un po’ di tempo protagonista le isole con la partenza dalla Sardegna con tre tappe e il successivo trasferimento in Sicilia dove la carovana farà tappa anche a casa Nibali
Giro 2017 sulla carta molto duro sulla carta anche se gli arrivi in salita sono 4, in media con le passate edizioni. Oropa, Piancavallo, Blockhaus e Etna ma le tappe più difficili sono altre. Tappe per velocisti a occhio e croce non più di 5/6.
Vediamo nel dettaglio il disegno che RCS ha proposto per il 2017.
Partenza dunque da Alghero per una tre giorni sarda che toccherà il Nord dell’isola più tutta la costa est. Un paio di tappe per velocisti, ma Sabato 6 maggio da Olbia a Tortolì ci sono 208 km con poca pianura e molto vento. Non sono da escludere colpi di mano.
Dopo il giorno di riposo ci si trasferisce in Sicilia con la prima tappa che stabilirà le prime gerarchie. Si sale sull’Etna. Salita di 18 km non particolarmente difficile con una pendenza media del 6%. Ma siamo solo alla quarta tappa e bisognerà trovarsi più che pronti.
Dopo la tappa di Messina e l’attraversamento dello stretto, un paio di tappe calabro-pugliesi dovrebbero essere a favore dei velocisti anche se l’arrivo alle Terme Luigiane è un po’ mosso. L’indomani tappa che arriverà a Peschici con molti sali scendi nel finale e adatta ai finisseur e a sorprendere le ruote veloci.
Domenica 14 maggio altro snodo importante del Giro e secondo arrivo in salita. Si parte da Montenegro di Bisaccia per arrivare in cima al Blockhaus dopo soli 139 km. Ma la salita finale è tosta con 14 km con pendenza costante dell’8/9%, in pratica sembra di essere nei Pirenei.
Dopo il riposo, la cronometro mossa di 39 km da Foligno a Montefalco. Alla fine di questa due giorni avremmo probabilmente la sensazione dei favoriti e sicuramente di chi non potrà vestire la maglia rosa a Milano.
Ma il traguardo sarà ancora lontano e le insidie appena all’inizio. La tappa n.11 che porterà i corridori ad attraversare l’appenino tosco-emiliano richiederà la massima attenzione. I 161 km da Firenze a Bagno di Romagna sono pieni di insidie con 4 GPM e il Fumaiolo a 25 km dal traguardo.
Un paio di giorni rilassanti che dovrebbero favorire i velocisti a Reggio Emilia e Tortona prima del gran finale.
Si comincia sabato 20 maggio con il terzo arrivo in salita ad Oropa dopo 120 km circa di pianura l’ascesa di 12 km al santuario dove Marco Pantani nel 1999 sembrava facesse un altro sport rispetto agli avversari. Asperità comunque non durissima dove i primi potrebbero anche rimanere assieme.
Il giorno dopo l’arrivo a Bergamo presenta un finale che ricalca quello del Lombardia e che non permette distrazioni di alcun tipo con il Selvino a 28 km dall’arrivo e lo strappo di Bergamo Alta a pochi metri dal traguardo.
Dopo il giorno di riposo di lunedi 22 maggio ecco la tappa regina di questo Giro che in quanto a severità del percorso ha pochi precedenti. Da Rovetta a Bormio sono 227 km con Mortirolo (anche se dal versante più umano), Stelvio e Giogo di Santa Maria con questi ultimi 2 sopra i 2.500 mt slm. Salite lunghissime ma anche discese pericolose dove si possono guadagnare o perdere minuti in un battibaleno. Se si va in crisi quà bisognerà stare attenti al tempo massimo. Tappa durissima, forse anche troppo. Almeno 6/7 ore in sella sperando che quel giorno il meteo sia clemente.
Dopo la tappa di Canazei, tutto sommato adatta alle fughe e senza grossi dislivelli altimetrici ecco il trittico che assieme alla cronometro finale da Monza a Milano di 28 km deciderà il vincitore.
Giovedì 25 maggio fa in scena il classico tappone dolomitico. In questa edizione il menù prevede prima dell’arrivo a Ortisei 137 km di alta montagna. Si scollineranno Pordoi, Valparola, Gardena dal versante più impegnativo di Colfosco, Pinei e Pontives. Se i primi 2 passi sono distanti dal traguardo, dal Gardena in poi ogni km può essere decisivo e alla fine della giornata non si faranno prigionieri.
Giorno dopo arrivo a Piancavallo. Quarto e ultimo traguardo in salita. Pendenze non impossibili ma siamo alla terz’ultima tappa e a questo punto anche un cavalcavia fa soffrire. 191 km da percorrere con la Sella Chianzutan a metà gara prima dell’ascesa finale.
L’ultima razione di salite la troviamo sabato 27 maggio quando gli atleti arriveranno sull’Altipiano di Asiago dopo aver scalato il lunghissimo Monte Grappa. L’arrivo è posto a 15 km dalla fine della non banale salita di Foza
In definitiva uno dei Giri più duri degli ultimi anni con salite più o meno impegnative disseminate lungo tutto il percorso. Nella speranza di vedere trionfare un azzurro, abbiamo la certezza che a Milano la maglia Rosa non potrà essere vestita da un carneade.