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Guardiola e il suo mostro di Frankestein

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“Se anche due squadre si equivalgono alla fine vincerà quella in cui gioca quel mancino argentino…”

All’incirca furono queste le parole di Guardiola, ai tempi allenatore del Bayern Monaco, dopo la doppia sfida con il Barcellona nel 2015. Come in tutte le storie d’amore che finiscono c’è sempre un po’ di nostalgia e un po’ di odio, perché da quando Pep ha lasciato la catalogna in Champions non ha mai avuto fortuna e specialmente quando si è ritrovato contro il Barcellona, ma soprattutto Leo Messi, non è mai andata a buon fine.

Lui comunque l’ha sempre ammesso, la Pulce è il migliore e se decide di illuminare il campo col suo gioco c’è poco da fare. Nel match di ieri Messi ha segnato tre gol, si è procurato un rigore e ha servito l’assist a Neymar: assoluto protagonista. Anche se a dir la verità non c’è stato bisogno di far risplendere tutta la classe dell’argentino. La difesa di Guardiola, su tutti quel Claudio Bravo fortemente voluto, ci ha messo del suo mettendo l’incontro in discesa per i blaugrana.

Fatto sta che il Barcellona e Messi, se prima hanno fatto le fortune di Guardiola, ora sono diventate un ostacolo quasi insormontabile proprio per colui che gli ha dato vita. Insomma col Bayern l’anno scorso non era finita bene, col City neanche a parlarne, Guardiola contro la squadra che ha plasmato non sa come vincere.

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Simone Milioti

Simone Milioti

Vivo a Roma, ma sono nato in provincia di Messina dove ho concluso i miei studi nell'ambito della comunicazione. Il mio primo amore è stato Roger Federer, da lì in poi la mia passione si è allargata al ciclismo grazie al mio concittadino Vincenzo Nibali e ad altri sport. Le Olimpiadi per me sono un'orgia sportiva. Oltre a scrivere e dirigere LoSportOnline ho anche partecipato alla fondazione di Blog34 (piazza virtuale studentesca di Messina, di cui vado molto fiero) e collaborato con OkCalciomercato, curando la rubrica "The Italian Job".

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