Doha 2016. Bene gli azzurri ma Sagan entra nella leggenda
Come previsto, la prima edizione del campionato mondiale di ciclismo in terra Mediorientale si è decisa in volata.
Quello che però non era pronosticabile alla vigilia era uno sprint ristretto a poco più di 20 corridori, si pensava infatti, visto il percorso privo di asperità ad un volatone generale.
Il vento del deserto invece non è stato d’accordo e ha fatto nascere la fuga decisiva a 150 chilometri dal traguardo. Era da mezzo secolo che l’azione più importante del mondiale non nasceva da così lontano.
Alla fine ha trionfato l’immensa classe di Peter Sagan che ha così bissato la vittoria dello scorso anno a Richmond.
Il vincitore e il migliore:
Peter Sagan ha corso in maniera perfetta. Nel gruppo di 25 corridori che ha portato via la fuga decisiva era in netta inferiorità numerica rispetto a 6 belgi e ai 4 azzurri avendo un solo compagno di squadra accanto a sé. Sfruttando alla grande il lavoro degli altri, si è visto solo negli ultimi 200 metri dove con una volata imperiale ha incenerito Marc Cavendish , medaglia d’argento come a Rio e Tom Boonen. La vittoria dello slovacco lo pone tra i grandissimi di questo sport nel ristretto novero dei pluri-campioni mondiali. L’ultimo a centrare una doppietta consecutiva fu il nostro Paolo Bettini nel 2006-2007.
Voto: 10
La delusione:
I velocisti tedeschi: alla vigilia erano tra i favoriti sicuri della gara, ma Kittel e Greipel hanno deluso le aspettative in due distinti momenti della gara.
Quando hanno perso l’attimo giusto per agganciare il ventaglio decisivo nel deserto, e quando entrati a Doha non sono riusciti neanche con l’aiuto di Degenkolb a ricucire il distacco dai primi che era inferiore al minuto, denotando anche una confusione tattica dell’ammiraglia nel non saper a chi affidare i gradi di capitano unico. Il sacrificio di uno avrebbe potuto cambiare scenario alla gara.
Voto: 4
La squadra:
Belgio: la squadra belga con una tattica perfetta era riuscita a sfruttare il vento laterale nel ritorno dal deserto e aveva dato scacco matto ai tedeschi e ai francesi. Nella fuga decisiva era riuscita ad inserire 6 uomini tra i quali i 2 capitani, Boonen e Greg Van Avermaet. Avrebbero meritato di più. Forse nel finale potevano far valere la loro superiorità numerica, ma la stanchezza ormai la faceva da padrona. Ci sarebbe voluto un Tom di 10 anni fa.
Voto: 8,5
Il momento decisivo:
L’attacco a 150 km dall’arrivo dei 25 fuggitivi che hanno sfruttato come meglio non potevano il vento laterale ha deciso la corsa. Anche se inizialmente il loro vantaggio non era di proporzioni ampie si è capito fin da subito l’importanza dell’attacco visti i nomi dei partecipanti alla fuga.
Gli Italiani:
Si sapeva sin dalla partenza che solo un concatenarsi di eventi imprevedibili ci avrebbe potuto dare delle speranza di podio. La squadra azzurra è stata seconda solo al Belgio. Il lavoro di Bennati è stato particolarmente meritevole e anche gli altri azzurri in fuga hanno fatto una grandissima corsa, forse il solo Guarnieri poteva tentare qualcosa in più e per un attimo in volata Nizzolo ci ha fatto sperare in qualcosa in più del quinto posto finale. Purtroppo la maledizione del CT Cassani continua….
Charles, in case you di7;n#821d&t notice, it’s christians like you who cause people to become atheists, muslims, jews, or agnostics. My guess is that you and your friends have done a better job at reducing the number of christians than the black plague.