Vinci vs Kerber, altro appuntamento con la storia?
Arthur Ashe Stadium, ore 12, le 18 italiane. Sarà questo lo scenario dove Angelique Kerber e Roberta Vinci si daranno battaglia per conquistare un posto in semifinale agli US Open 2016. Per Roberta, arrivata qui da numero 8 del mondo e finalista in carica, si tratterebbe della seconda semifinale consecutiva; anche per Angie sarebbe la seconda semifinale in carriera, dopo quella conquistata – e persa in 3 set dalla poi campionessa Sam Stosur – nel 2011.
Ma cosa dobbiamo aspettarci da questo incontro? I precedenti “giocati” (la Kerber diede forfait a pochi minuti dall’inizio del loro match a Norimberga l’anno scorso) parlano di sfida equilibrata: 2-2, anche se l’ultimo precedente risale al 2013. Sul cemento però Roberta conduce 2-1 – l’altro precedente, il primo, fu sulla terra di Stoccarda. Tutti gli incontri si sono chiusi in 2 set, con due soli set veramente tirati in otto set giocati, entrambi vinti da Roberta (9-7 al tiebreak a Montréal 2012, e 7-5 a Dubai 2013).
In termini di gioco, le due tenniste sono molto diverse. Angie utlizza colpi da fondo molto piatti, con poco topspin, appoggiandosi alla potenza dei colpi dell’avversaria e quindi senza perdere campo. Ama spostare l’avversaria, farla correre, sfiancarla per poi colpirla in contropiede; può cambiare le sorti di uno scambio con una difesa che si tramuta in attacco, e non a caso è una delle tenniste più intelligenti nel circuito – se non la più intelligente. Come se non fosse abbastanza, si muove molto bene e sfrutta alla grande il fatto di essere mancina, servendo palle in slice molto difficili da rispondere.
Dall’altra parte della rete Roberta Vinci: una tennista che sembra essere stata catapultata nel 21esimo secolo dagli anni 70′. Quando è in giornata, il suo gioco è pura poesia, fa impazzire fan e avversarie, diventando una mina vagante per tutte. Il servizio è incisivo e le porta spesso punti gratuiti molto comodi; il dritto è preciso, profondo, potente quanto basta, le permette di muovere il gioco. Il rovescio in back è a dir poco Vintage (sì, con la V maiuscola), con questo colpo fa quello che vuole, fa diventar matte le avversarie, trasforma situazioni difensive in offensive, e in un secondo da una palla sulla riga di fondo ti ritrovi a rete a cercare di recuperare una smorzata che torna indietro.
Ma quindi, queste due “maghe del tennis” hanno dei punti deboli?
Nel caso della Kerber, i punti deboli sono pochi, se non assenti. Roberta dovrà attaccare, non stare con le mani in mano, non far respirare l’avversaria e prendere in mano lo scambio, scendendo poi a rete e chiudere. Angie dovrà fare completamente l’opposto per sconfiggere la Vinci: farla correre, toglierle fiato, aspettare la palla giusta e spingere. Roberta non è in condizioni perfette, e la Kerber dovrà puntare su questo e sfiancarla.
Le due tenniste arrivano a questo match in due diverse situazioni. Angelique sta vivendo la stagione migliore della sua carriera: lo slam vinto in Australia, la finale a Wimbledon, e ora la caccia al numero 1: l’attuale numero 2 del mondo sarà piena di motivazioni per vincere questo incontro. Angie ha perso in finale gli ultimi due tornei giocati: le Olimpiadi, sconfitta dalla sorpresa Monica Puig, e a Cincinnati, dove ha perso facilmente da una devastante Karolina Pliskova. Roberta arriva invece viene da un periodo piuttosto difficile, con un dolore al tendine che non aiuta certo le cose; la Tarantina sembra però rinata qui a New York, con quattro partite vinte due per superiorità, e due di forza mentale.
Ma come anrà a finire? Ci vediamo sull’Ashe domani pomeriggio, per un incontro che sarà spettacolare e – speriamo – memorabile per noi italiani. Roberta, il libro della storia è aperto: è il momento di fare ancora un autografo, l’ennesimo di una grandissima carriera.