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Tutto quello che scagiona Iannone

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L’estremo agonismo che caratterizza molti piloti è di sicuro uno dei fattori più spettacolari del motomondiale. Pensare di correre al limite ma di compiere contemporaneamente sorpassi e manovre esenti da qualsiasi tipo di rischio non solo è utopistico ma anche totalmente innaturale. Un pilota da corsa, dopo lo spegnimento del semaforo, ha come unico obiettivo quello di arrivare al traguardo il prima possibile. Sia ben chiaro, però, che questo non autorizza nessuno a compiere manovre pericolose o di proposito scorrette nei confronti di nessuno.

Nello scorso gran premio, la commissione gara ha punito con tre posizioni di retrocessione sulla griglia di partenza del prossimo gp Andrea Iannone, dopo che all’ultima curva ha causato, provando con un sorpasso al limite a superare il suo compagno di squadra, proprio la caduta di quest’ultimo. Apriti cielo. Tralasciando il fatto che non è la prima volta che ciò accade, vanno valutate le circostanze, i precedenti e sopratutto le conseguenze che manovre del genere hanno prodotto.

Circostanze

Anzitutto la tensione in casa Ducati, specie dopo l’arrivo di un collaudatore, che di fatto collaudatore non è, come Stoner ha messo pressione ai piloti ufficiali che cercano la riconferma. Come se non bastasse, le voci di mercato che danno come oramai certo l’arrivo di Lorenzo, hanno generato una rivalità ossessiva fra i due Andrea. Lo stesso Dovizioso in Qatar a pochissimi giri dall’inizio del gran premio ha attaccato -giustamente ma anche insolitamente per il pilota di Forlì- il proprio compagno di squadra. Venendo a domenica la Ducati se l’è un po cercata. La pressione va bene, per ottenere risultati, ma non si deve mai sconfinare nel ricatto. Se quella dei risultati deve ovviamente essere una prerogativa fondamentale per quanto riguarda un rinnovo, far sentire un pilota sull’orlo del precipizio è ben altra cosa. Ed è qualcosa che spinge inevitabilmente un pilota a voler strafare, con tutti i rischi che ciò comporta evidentemente.

Precedenti

Anche i precedenti sono molteplici e recenti. Marquez ad Assen, ad esempio, lo scorso anno, provò un entrata al limite su Rossi, che lo costrinse a tagliare la chicane rischiando di cadere. Non risulta sia stato preso alcun provvedimento nei suoi confronti. Ed è giusto così. Ci sono alcune curve sparse nei 18 circuiti del motomondiale, che permettono di attaccare anche oltre alle reali possibilità di sorpasso, salvo poi far finire lunghi. L’ultima curva di Termas De Rio Hondo non è una di queste, ma questo non vuol dire che un pilota non debba provarci.

Conseguenze

Ad Indianapolis, nel 2013, Hayden entrò al limite su dovizioso portandolo fuori, non cadde nessuno e non ci fu penalizzazione. Quindi si punisce la manovra o la conseguenza? Se Iannone fosse riuscito a curvare, avrebbe soltanto portato largo Dovizioso, che dal canto suo se avesse tenuto una traiettoria più interna, rigorosa e non avesse forzato la staccata, probabilmente avrebbe incrociato la linea e sarebbe arrivato davanti al pilota di Vasto, evitando anche di risentire di una sua eventuale caduta.

Allora è stupido penalizzare un pilota per eccesso di agonismo, altrimenti si sarebbero dovuti penalizzare anche i vari Rossi e Marquez a Jerez. Stessa cosa a Laguna Seca. Finché non c’è il proposito di danneggiare qualcuno o è lecito tentare di sorpassarlo oppure ci si mette d’accordo sulle curve in cui si sorpassa. Magari introducendo linee tratteggiate e continue.  

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Jacopo Leopardi

Jacopo Leopardi

Jacopo Leopardi, riminese e studente in Ingegneria dell'Autoveicolo presso il Politecnico di Torino. Sono un grande appassionato di motori, seguo la MotoGP da anni e adoro scrivere.

One thought on “Tutto quello che scagiona Iannone

  • 5 aprile 2016 at 15:08
    Permalink

    condivido l’articolo, si vogliono le carenate, l’agonismo, il coraggio, poi si deplora il tutto se capita l’inconveniente o l’incidente. Trovare la giusta misura è impossibile. i piloti ci provano sempre e probabilmente è giusto così

    Reply

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