Il buono e il cattivo della pallina gialla
Il tennis non si ferma mai, i grandi campioni invece si. E’ un po’ quello che succede quando si passa da un grande evento ad un altro, i favoriti tendono a conservare le energie e non giocare i cosiddetti eventi minori. Quei 250 o 500 che diventano automaticamente occasioni ghiotte per i giocatori di media classifica o quelli che devono farsi notare.
Tutto febbraio è stato pieno di eventi per così dire “minori” che hanno visto i non top-player protagonisti. Tra loro tanti giocatori d’esperienza che finalmente senza l’ingombro dei top10 portano a casa qualche torneo, ma anche vincitori giovani, under 25, che cominciano a masticare un po’ di successo. Li abbiamo soprannominati il buono e il cattivo della pallina gialla per il loro modo di essere in campo e fuori.
Il buono è Dominic Thiem, austriaco, 22 anni, numero 15 ATP e recentemente ha vinto Buenos Aires. Il cattivo è Nick Kyrgios, australiano, 20 anni, 33° nel ranking e settimana scorsa si è imposto a Marsiglia. Per entrambi primo titolo del 2016, per Kyrgios primo in carriera in assoluto tra i professionisti, ma non per Thiem che lo scorso anno aveva conquistato altri 3 titoli, ovviamente sempre in tornei minori.
All’apparenza i due sono molto diversi, tutt’e due giovani, ma il primo ha un viso candido, da prima comunione, composto in campo, gentile, educato con tutti, mai uno scatto di rabbia e molto corretto tanto da regalare il punto all’avversario. Un buono insomma. L’altro tutto il contrario, sguardo più cattivo, capigliatura aggressiva, linguaggio del corpo spesso scostante e irritante, emotivo in campo e in un certo senso scortese coi colleghi, molte volte.
Già i loro trionfi ci dicono abbastanza di loro adesso come giocatori, l’austriaco preferisce la terra e quindi le superfici lente e giocare lo scambio con intelligenza e pazienza; l’australiano il duro, la palla deve viaggiare veloce e meno tempo ha per pensare meglio è, deve essere istintivo.
Fisicamente non sono poi tanto diversi, sugli 85 kg entrambi, ma Kyrgios è alto appena 8 cm in più (1,93 contro 1,85) e questo fa tutta la differenza del mondo. Thiem col baricentro più basso e il suo rovescio ad una mano riesce a palleggiare in modo molto pulito e continuo; Kyrgios sfrutta molto il servizio e imprime molta forza al primo colpo che gioca a rimbalzo spesso preferendo il dritto.
Due giocatori che più dissimili non si potrebbe, il buono e il cattivo appunto, solo che ad accomunarli, oltre alla giovane età, c’è che si stanno mettendo in mostra e stanno scalando pian piano la classifica.