E’ stata una domenica molto strana quella che si è conclusa con le vittorie casalinghe di Juventus (3 a 0 col Napoli) e Fiorentina (2 a 1 alla Sampdoria), che fino al pomeriggio aveva dato poche reti alla giornata. Ci pensano le sei reti serali a risollevare le marcature di giornata.
Il match clou della 13a giornata è stato senza dubbio quello dello “Juventus Stadium”, dove si sono scontrate le seconde in classifica, Juventus e Napoli, pronte a poter godere appieno del pareggio della Roma in casa contro il Sassuolo. Parte alla grande la Juve che passa già al 2′ con Llorente, forse in fuorigioco, dopo un passaggio no-look di Tevez. Il Napoli non molla, ma sembra confusionario. Nel secondo tempo la Juventus sale in cattedra, tirando fuori i muscoli e segnando due reti, due reti da incorniciare: Pirlo al 29′ della ripresa trasforma una punizione “pirlesca” e chiude i conti, sei minuti dopo, Pogba con un gran tiro da fuori. Il Napoli è apparso abulico e lontano dalla forma strepitosa di inizio campionato. Ora la Juventus è a -1 dalla Roma, tracciando (per ora) un solco tra loro due e le altre inseguitrici.
Chi davvero sembra non fermarsi è la Fiorentina di Montella, che al “Franchi” chiude la pratica Sampdoria in appena venti minuti con una doppietta di Giuseppe Rossi, arrivato a undici reti in campionato, e con il gol della bandiera del subentrato Gabbiadini che porta all’esonero di Delio Rossi. Si vociferano alcuni nomi, tra cui quello di Sinisa Mihajlovic e Zdenek Zeman. I viola, sebbene abbiano rischiato molto nel finale, passano prima su rigore causato da Berardi su Aquilani e poi con “Pepito” di sinistro al volo. La “Fiore” ora è quinta a 25 punti, a quattro punti dal Napoli terzo. I blucerchiati sono penultimi a pari merito (o demerito?) con il Catania a 9 punti. Per Gabbiadini e compagni, 9 punti in dodici partite sono davvero molto pochi e Rossi verrà esonerato. Un peccato per il tecnico romagnolo che a Genova sembrava aver ritrovato tranquillità dopo l’esonero di Firenze di due anni fa dopo la lite con Ljiaic
Chi fa un passo indietro è la Roma. Contro la matricola Sassuolo, i giallorossi avrebbero potuto dare un serio segnale al campionato, sfruttando il fatto che Juventus e Napoli nella partita serale si sarebbero fatte la guerra a vicenda, sperando in un pareggio. E invece arriva il baby Berardi che al 94′ insacca di forza la palla dopo una mischia nelle difesa romanista, battendo de Sanctis. Il gol dell’attaccante neroverde ha pareggiato il gol della Roma, dovuto ad un autogol di Longhi al 19° minuto del primo tempo. Invece di contenere la partita, la Roma a fine partita soffre le ripartite degli ospiti che, sebbene inferiori tecnicamente, si fanno vedere spesso pericolosi in attacco grazie al tandem Flores-Berardi. Il primo tempo è di marca giallorossa con le fasce presidiate da Maicon e Balzaretti che, non appena riescono, spingono come forsennati verso l’area. In mezzo, si rende pericoloso Strootman mentre davanti Florenzi pare molto ispirato. Nel secondo tempo la Roma sembra contenere l’avversario e con Ljiaic ha due palle gol per il 2 a 0, ma il numero 8 non realizza la rete spacca-partita. Gli ultimi dieci minuti sono tutti emiliani: al 40′ Floro Flores di trova a tu-per-tu con de Sanctis, ma il 26 romanista in scivolata tira via la palla all’attaccante napoletano. Al 49′ l’”Olimpico” si gela per il pareggio del Sassuolo, con il sesto gol in campionato di Berardi. Per la Roma ora la Juve si fa pericolosa e vicina, mentre per di Francesco un pareggio che vale oro. Per la banda Garcia due punti in due partite, ma ancora senza sconfitte in campionato.
Non sa più vincere il Milan, che ieri contro il Chievo, ha giocato una passima partita contro un avversario tecnicamente alla portata, ma che impatta contro la difesa clivense e per i rossoneri appuntamento con la vittoria rimandato di un’altro turno di campionato. Sono i milanisti a fare la partita, ma non riescono a passare in vantaggio. Privi dello squalificato Balotelli, Allegri schiera Kaka’ rifinitore dell’unica punta Matri, ma la palla non vuole (e non riesce) ad entrare. Per nessuna ragione. Anzi, la beffa potrebbe arrivare con Estigarribia che di destro fa partire un tiro che Abbiati devia sulla traversa. Nella ripresa fuori Muntari per Robihno e il brasiliano all’80′ calcia sul palo un tiro di destro che poteva andare benissimo in rete. Nel finale, espulsi Montolivo e Pellissier. Un noioso 0 a 0 che non serve a nessuna delle due squadre, benchè meno ai due allenatori che vedono sempre più traballanti le loro panchine. Per il Milan, decimo posto in classifica e zona coppe lontana troppi punti dopo così poche giornate.
Se il Milan piange, ride l’Inter che sabato sera batte 2 a 0 il Livorno, staccando il Verona, issandosi sola al quarto posto. Per i ragazzi di Mazzarri, partita mai messa in discusione con il vantaggio interista la 31′ grazie ad una “papera” di Bardi e al 91′ con Nagatomo. Non è stata una bellissima Iner dal punto di vista del gioco, anzi il contrario. Ma nel calcio non conta (sempre) giocare bene, ma vincere. E i nerazzurri vincono e fanno sentire il fiato alle squadre di vertice. Il Livorno ha fatto comunque il suo, ma nulla ha potuto contro la “corazzata” di Mazzarri. Nicola ha dovuto fare il conto con alcune squalifiche. La scelta di giocare con Palacio unica punta e Ricky Alvarez interno sinistro sembra funzionare. Gli ospiti ci provano, ma Ranocchia e Rolando difendono bene Handanovic. Il momento più alto della partita lo è toccato al 37′ della ripresa quando Mazzarri richiama in panchina Taider e butta nella mischia Javier Zanetti. Il 40enne argentino ritorna a calcare i campi da gioco dall’infortunio di Palermo del finale della scorsa stagione dove si ruppe il tendine d’Achille. La partita di sabato è stata l’ultima con Massimo Moratti presidente. Dopo la sosta, Thohir prenderà (quasi) pieni poteri, chiudendo un’era.
Non sa più vincere, in campionato, la Lazio che impatta 0 a 0 al “Tardini” contro il Parma. La partita fino a tredici anni fa poteva significare scudetto, ma ora dice che la Lazio non punge davanti e il Parma brilla di più grazie ai suoi uomini più tecnici, Cassano e Parolo, convocato per le due amichevoli della Nazionale italiana. L’eroe della giornata è stato senza dubbio Keità, al debutto in campionato dopo l’esperienza in Europa League e grazie alle sponde di Candreva riesce a trovare il gol al 51′, facendo un gol simile a quello che fece Cristiano Ronaldo alla Juventus all’andata al “Bernabeu” tre settimane fa in Champion’s League. Per il canterano del Barcellona, prima rete italiana in campionato. La rete dovrebbe rassicurare la compagine capitolina, ma invece sono i padroni di casa a fare la partita e dodici minuti dopo trovano il pareggio con capitan Lucarelli. Il Parma ha di che recriminare con alcuni errori sotto porta dei suoi attaccanti, Cassano in primis, ma deve ringraziare anche Mirante per alcuni interventi decisivi. Nota stonata, l’infortunio a Miroslav Klose alla spalla. Se dopo la sosta non dovesse recuperare, pronto il ricambio Floccari.
Vince ancora il Genoa, che batte 2 a 0 l’Hellas Verona fermando i sogni di vertice dei veneti. Terza vittoria consecutiva per i ragazzi di Gasperini con le reti di Portanova e Kucka, lasciando Maietta e compagni a fare la partita nell’ultima parte di partita, colpendo un palo con Toni e trovando Perin pronto su ogni tiro degli ospiti. Il Verona contina a fare due campionati: in casa micidiale, brutto in trasferta. L’uomo in più per il grifone è senza dibbio Fetfatzidis, che dietro a Gilardino fa vedere lampi grande calcio, senza contare che anche Kucka sembra rigenerato dall’arrivo del tecnico torinese. Mandorlini non ha nulla da recriminare, se non per la sfortuna che ha deciso di mettere il palo tra la palla colpita di testa da Toni.
Capitan Daniele Conti con una doppietta batte un brutto Torino e riporta i tre punti in Sardegna dopo tre sconfitte consecutive. Le due reti del numero 5 del Cagliari sono state realizzate su punizione e sono state imparabili per Padelli. Il Torino si è fatto vedere solo con Immobile, autore della sua quarta rete in campionato e niente più. I granata non sanno più vincere e da oltre un mese e mezzo i tre punti non arrivano più sotto la Mole. Curiosità: entrambi i gol di Conti sono arrivati a due minuti dalla fine del primo e del secondo tempo.La classifica per entrambe le squadre non sorride, ma il Cagliari con tre punti sta sicuramente meglio del Toro che nelle ultime otto partite ha totalizzato solo tre punti, frutto di altrettanti pareggi. Lopez allontana l’esonero, per il momento.
Livaja con un gol all’ultimo secondo del quarto minuto di recupero permette all’Atalanta di battere il Bologna e respirare di più in classifica. I bergamaschi hanno dovuto fare in conti con due assenze pesanti come quelle di Carmona e Denis e il lungodegente Bonaventura e Colantuono getta nella mischia l’ex Inter che non delude e con un gran tiro batte Curci per i tre punti nerazzurri. Il primo tempo è stato un po’ avaro di azioni da gol, ma nel secondo tempo, in tre minuti il match prende una piega diversa: passano i padroni di casa con un bel sinistro incrociato di Brivio, che trova il portiere bolognese forse colpevole di essersi buttato in anticipo. Pioli capisce che il pareggio è da conquistare e toglie Crespo per Bianchi. Dopo due minuti dopo Cristaldo colpisce la traversa e Rolando Bianchi insacca di testa per il suo primo gol in maglia emiliana. Quando la partita sembrava indirizzata ad un giusto pareggio, ci pensa Livaja a incamerare i tre punti.
La giornata si è aperta sabato pomeriggio con il match tra il Catania e l’Udinese. Per gli etnei ogni partita è una finale, vista la classifica deficitaria pur avendo in rosa giocatori di qualità, e l’Udinese che, sebbene alcune recriminazioni arbitrali, non riesce a vincere, raccogliendo la quarta sconfitta nelle ultime cinque partite. Alla mezz’ora rigore per i catanesi per fallo di capitan Domizzi su Legrottaglie. Dal dischetto, Maxi Lopez che non sbaglia e segna il suo primo gol in campionato. Per il biondo argentino un gol per dimenticare le sue vicende extracalcistiche accadutegli in settimana. De Marco poco dopo non sanziona un calcio di rigore per gli ospiti per un mano di Tachsidis, come non sanziona un brutto fallo di reazione di Pereyra su Guarente. Nella ripresa è l’Udinese che cerca di pareggiare la partita e con Domizzi colpisce il palo. Ma è ancora una decisione arbitrale a caratterizzare la partita: fallo di mano di Legrottaglie ma l’arbitro sorvola. I friulani tentano in più occasioni di segnare ma non ci riescono. L’assenza di di Natale si è fatta più pesante del previsto.
La vittoria della Juventus ha un solo significato: Roma, guardati dietro che se non vinci tu, vincono quelle dietro. Perchè se il Napoli ha perso, hanno vinto la Fiorentina e l’Inter.
Ora la pausa delle Nazionali non fa che del bene per alcune squadre, che possono rifiatare e mettere in atto nuovi schemi e “riprendersi” giocatori squalificati ed infortunati per il prosieguo del campionato.
Simone Balocco
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