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]]>IL VINCITORE E IL MIGLIORE: VINCENZO NIBALI. Nessun dubbio. Il vincitore di giornata è stato anche il migliore. Il messinese ha messo in mostra una forma invidiabile per essere ad ottobre e qualche rimpianto per non avere questa condizione al recente Giro di Spagna nasce. In un batter d’occhio ha raggiunto Pinot sul Civiglio ma il vero capolavoro è stato in discesa dove metro dopo metro è riuscito a fiaccare la resistenza del francese che si è talmente tirato il collo da non riuscire poi neanche a resistere al ritorno del gruppetto dei migliori.
LO SCONFITTO: JULIAN ALAPHILIPPE. L’impressione televisiva è stata quella di un corridore che forse era l’unico a poter competere con Vincenzo in salita. All’arrivo si è notato anche un piccolo gesto di stizza da parte del leader della Quick Step. Ha probabilmente sottovalutato l’attacco di Nibali sul Civiglio oppure pensava di ottenere maggior collaborazione nel gruppetto, ma nessuno aveva la forza e la voglia di aiutarlo per ricucire lo strappo. Perdere perchè si è nettamente inferiori è accettabile ma al francese forse qualche piccolo rimpianto rimarrà.
LA SQUADRA. FRANCAISE DES JEUX. La squadra di Thibaut Pinot è stata la più attiva nel finale di corsa e protagonista dell’avvenuto riaggancio dei fuggitivi prima della salita del Civiglio. Sintomo che il capitano stava bene e che avrebbe provato qualcosa. Così infatti è stato. Peccato per lui che sulla sua strada abbia trovato oggi un avversario nettamente superiore.
IL MOMENTO DECISIVO: Più che un momento decisivo la corsa ha offerta un ultima parte determinante ai fini del risultato finale. L’attacco di Nibali sul Civiglio quando ha lasciato il gruppetto ed è piombato su Pinot è stato tanto importante quanto la sua discesa disegnata alla perfezione quando tornante dopo tornante si vedeva ad occhio nudo che il suo vantaggio a poco a poco si dilatava.
LA DELUSIONE. Il team Sky si presentava a questo epilogo di stagione con almeno un paio di corridori in grado di competere per il successo o perlomeno per essere tra i protagonisti fino alla fine. Ma Landa e Kwiatkowski non si sono mai fati vedere davanti e non hanno mai dato l’impressione di essere protagonisti. Alla fine i tutti-neri hanno salvato l’onore con un altra ennesima grande corsa di Gianni Moscon, terzo dopo una gara coraggiosa che nel finale lo ha visto spesso protagonista.
Da segnalare infine la rovinosa caduta, che per un attimo ha fatto temere il peggio del belga De Plus sulla discesa del Sormano. Ultime notizie per fortuna rassicurano tutti. Infortunio alla gamba ma niente di grave.
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]]>Siete curiosi di sapere le scelte dei vostri avversari? Ve le facciamo vedere….così potete iniziare ad ostacolarli, mettere l’olio sulla strada o i chiodi per bucare le gomme.
Lista degli iscritti e delle loro scelte
In questo articolo verranno aggiornate le classifiche di ciascuna corsa che andremo a disputare, con la classifica World Fanta Tour che sarà considerata come riferimento principale del gioco.
Inoltre, in caso di infortuni gravi ad uno dei vostri corridori avrete la possibilità di sostituirlo.
Articolo in cui commentare la sostituzione di un proprio corridore
Non ci resta che….augurarvi buone pedalate!
Da qui potrete seguire tutte le variazioni della classifica tappa dopo tappa, a fondo pagina invece aggiorneremo la classifica generale del FantaCiclismo!
Classifica Il Lombardia:
1) I Gregari 200 -> 30pt
2) G.S Bernezzi 200 -> 25pt
3) Ignoranza Team 180 -> 20pt
4) Montaione Pro Team 180 -> 17pt
5) I 4 mori 170 -> 15pt
6) Valverdini Racing 160 -> 12pt
7) Ciclofioccati 160 -> 7pt
8) Barbagianni’s Team 150 -> 5pt
9) Bike & Bikers 150 -> 3pt
10) PotatoProTeam 125 -> 1pt
11) Floppy Team 95
12) Cerspe Team 85
13) Fish Team 85
14) Club Atletico Imputtiddo 85
15) SurPlace 75
16) Polpo25 75
17) Team Angio 75
18) Atomo Team 65
19) Team Brothers 60
20) LolloPipita00 50
21) The Hunter 50
22) Ladri di biciclette 50
23) Team Ciris 35
24) Lotto Lotto ENVMT 30
25) Deaf Power 30
26) MProCycling Team 10
27) Real Pirata 10
28) Fino Al Confine 10
29) PummarolaPro 10
30) Mino-Team 0
Classifica World Fanta-Tour (dopo Il Lombardia e FINALE):
1) The Hunter 268
2) Real Pirata 215
3) I Gregari 194
4) Fino Al Confine 150
5) G.S Bernezzi 143
6) Atomo Team 137
7) MProCycling Team 129
8) Bike & Bikers 125
9) Team Ciris 124
10) Montaione Pro Team 111
11) LolloPipita00 109
12) PotatoProTeam 105
12) Valverdini Racing 105
14) Barbagianni’s Team 101
15) Team Brothers 100
16) Fish Team 90
17) Mino-Team 80
18) Team Angio 77
19) PummarolaPro 76
20) Ignoranza Team 73
21) Floppy Team 71
21) Lotto Lotto ENVMT 71
23) SurPlace 50
24) Club Atletico Imputtiddo 43
25) I 4 mori 38
26) Polpo25 15
27) Cerspe Team 14
28) Ladri di biciclette 12
29) Ciclofioccati 7
30) Deaf Power 3
Classifica World Fanta-Tour – Grandi Giri FINALE
1) Valverdini Racing 75
2) PotatoProTeam 70
2) Montaione Pro Team 70
4) The Hunter 60
5) Fish Team 40
6) I Gregari 37
7) Floppy Team 30
8) Club Atletico Imputtiddo 26
9) Barbagianni’s Team 25
10) Real Pirata 20
10) Lotto Lotto ENVMT 20
12) MProCycling Team 17
13) Team Brothers 12
14) PummarolaPro 10
15) Cerspe Team 7
16) Ladri di biciclette 5
17) I 4 Mori 2
17) Bike & Bikers 2
Calendario:
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]]>L’articolo Il Lombardia | Preview – Percorso durissimo per una classica spettacolare e incerta sembra essere il primo su LoSportOnline.
]]>Percorso. 247 chilometri interminabili e duri. I primi 170km sono piuttosto semplici con le uniche salite non particolarmente insidiose come il Colle Gallo e il Colle Brianza a scaldare i motori in vista degli ultimi 75km molto duri: si inizia con la tradizionale scalata della Madonna del Ghisallo, dal versante di Bellagio e quindi quello più duro. Dopo lo scollinamento, poco tempo per respirare che si sale verso la Colma di Sormano con gli ultimi 2km infernali del Muro di Sormano dove le pendenze raggiungono facilmente il 25%: è qui che potrebbe esserci una scrematura importante dato che poi c’è una lunga discesa e un tratto di pianura che conduce a Como. Finita? Manco a pensarci. Come nel 2015 si scala il Civiglio (4,2km al 9,7%) e poi il San Fermo della Battaglia (2,9km al 7,2%), due salite brevi ma durissime considerando i tanti chilometri accumulati fin ora. Traguardo poi posto a Como dopo 5.5km dalla cima del San Fermo della Battaglia. Dislivello quindi molto importante, praticamente una tappa di montagna di un Grande Giro.
Favoriti. Questa classica è tra le cinque monumento quella più incerta, quella dove non c’è un favorito essendo più adatta a scalatori con una buona predisposizione per le classiche, e ce ne sono tanti. Il finale è uguale a quello del 2015, perciò il primo nome che salta in mente è il vincitore di tale edizione, quel Vincenzo Nibali che si presenta ai nastri di partenza con una condizione eccellente dimostrata nelle ultime classiche italiane. Con il supporto di una Bahrain Merida in forma, il siciliano proverà a bissare il successo 2015 ma sarà parecchio sorvegliato: fondamentale sarà azzeccare l’attimo giusto sfruttando le discese (quella del Civiglio fu decisiva nel 2015, per esempio). Ma i rivali sono tantissimi e agguerriti: su tutti spicca, e che novità, una vera corrazzata che risponde al Team Sky che presenta al via quattro potenziali capitani come Michal Kwiatkowski, che potrebbe fare benissimo con questo percorso, Mikel Landa, che vorrà congedarsi dalla Sky con una prestazione maiuscola, Wouter Poels, in forma smagliante dopo una grande Vuelta, e Diego Rosa, che in passato si è ben comportato su queste strade con il successo sfiorato lo scorso anno: stanno a loro saper sfruttare la superiorità numerica, senza contare che in rosa hanno anche Mikel Nieve, Sergio Henao e Gianni Moscon. Ma anche la Quickstep non scherza dato che può schierare Philippe Gilbert (ma percorso troppo duro per lui), Daniel Martin, vincitore nel 2014 e molto adatto a questo percorso e soprattutto Julian Alaphilippe, in condizione strepitosa come visto a Bergen e pericolosissimo se portato in volata ristretta. Tante punte anche per la Sunweb con Tom Dumoulin, Warren Barguil e Wilco Keldermann che dovranno sapersi giostrare per mettere in difficoltà le altre squadre, senza dimenticare l’opzione Michael Matthews, anche se è dura vederlo competitivo su un percorso così duro. Ci sarà anche il campione italiano Fabio Aru, anche se la condizione non è ottimale ma proverà a lasciare il segno alla sua possibile ultima corsa con l’Astana insieme a Jakob Fuglsang. Un altro corridore che ha le caratteristiche giuste per questa corsa è Rigoberto Uran, supportato da Davide Formolo, ma anche Adam Yates può sfruttare lo spunto veloce e una eccellente tenuta in salita per mettersi in mostra, senza dimenticare in squadra Michael Albasini se la corsa dovesse rimanere bloccata. Curiosità intorno a Nairo Quintana: su un percorso del genere può esaltarsi, ma sulle classiche di un giorno è ancora tutto da valutare, sarebbe comunque un errore sottovalutarlo. Altri corridori che possono dire la loro sono Tejay Van Garderen, Nicolas Roche, Rafal Majka, Thibaut Pinot, Tony Gallopin, Tim Wellens, Ilnur Zakarin, Primoz Roglic, Steven Kruijswijk, Bauke Mollema e Rui Costa. Per il parco italiani, oltre ai già citati Nibali, Moscon, Rosa e Aru, possono essere competitivi anche Domenico Pozzovivo e Diego Ulissi, con quest’ultimo apparso in grande forma. Non ci sarà invece il campione uscente, Esteban Chaves, caduto al Giro dell’Emilia e costretto a chiudere anzitempo la stagione. Ecco il nostro personale borsino.
*****: Vincenzo Nibali
****: Michal Kwiatkowski, Daniel Martin
***: Julian Alaphilippe, Wouter Poels, Rigoberto Uran
**: Mikel Landa, Tom Dumoulin, Warren Barguil, Fabio Aru, Adam Yates, Nairo Quintana, Thibaut Pinot, Rafal Majka, Bauke Mollema, Diego Ulissi, Sergio Henao
*: Diego Rosa, Philippe Gilbert, Jakob Fuglsang, Michael Matthews, Wilco Keldermann, Michael Albasini, Davide Formolo, Tejay Van Garderen, Nicolas Roche, Tony Gallopin, Tim Wellens, Ilnur Zakarin, Primoz Roglic, Steven Kruijswijk, Rui Faria Alberto Costa, Domenico Pozzovivo, Gianni Moscon, Mikel Nieve
Per tutti quelli che GIOCANO AL FANTACICLISMO ricordiamo che il Lombardia, classica monumento, è l’ultima corsa stagionale e c’è la possibilità di indicare un corridore che solo per questo evento prenderà il doppio dei punti. Per farlo basterà semplicemente commentare qui sotto con nome squadra + nome corridore prescelto, potete vedere l’elenco dei partecipanti iscritti (qui). Il tutto entro le ore 11 di Sabato 7 Ottobre 2017.
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]]>L’articolo GP Malesia: tra Motori, Red Bull e una Ferrari veloce ma sfortunata sembra essere il primo su LoSportOnline.
]]>Ma la sfortuna non è finita lì: non solo Hamilton conquista la pole, ma Kimi Raikkonen, che sarebbe dovuto scattare dalla seconda piazza, è costretto al ritiro ancor prima di cominciare per – indovinate un po’ – un problema alla power unit. Una macchina, la Ferrari, che non aveva mai avuto grossi problemi di inaffidabilità quest’anno, ma che con questi problemi potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel campionato.
In gara, per loro fortuna, le Mercedes non vanno così forte: Hamilton viene sorpassato da Verstappen dopo pochi giri, con l’olandese che scappa via e vince il secondo Gran Premio della carriera. Hamilton finisce secondo davanti a Ricciardo e a un indemoniato Sebastian Vettel, che perde quindi solo 6 punti dal rivale britannico, nonostante una qualifica dove si era ritrovato a 19 posizioni da Lewis. Seguono un anonimo Bottas, Perez, Vandoorne (che con questi 6 punti sorpassa Alonso in classifica), Stroll (autore insieme a Vettel di un incidente post-gara tanto bizzarro quanto inutile, che potrebbe addirittura costare una penalità al ferrarista per il cambio danneggiato), Massa e Ocon.
I TRE SPUNTI
1. La Ferrari era la macchina più veloce. Vettel con una mescola di vantaggio è il più forte in pista a metà gara: vero che i consumi gomme sono differenti, ma la rossa aveva veramente un ottimo passo con entrambe le mescole. Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, ma con questo passo gara, nei prossimi appuntamenti, si può puntare a tanto.
2. Senza la sfortuna a correre al posto suo, Max Verstappen ha saputo dimostrare il suo valore. Ottima macchina, splendida prestazione: gara dominata, dall’inizio alla fine.
3. Stoffel Vandoorne ha dimostrato di cosa è capace. Singapore e Malesia hanno regalato al belga due ottime possibilità di andare a punti: Stoffel non ha esitato e ha fatto due gare da manuale che gli sono valse il sorpasso su Alonso in classifica piloti. Il ragazzo è forte.
IL MIGLIORE: Sebastian Vettel. Se Max domina il Gran Premio, Seb è autore di una rimonta sì agevolata da una vettura quasi perfetta, ma anche da un passo spettacolare con entrambe le mescole. Se mantiene questo ritmo, tutto è possibile.
IL PEGGIORE: Jolyon Palmer. Si gira due volte in tre curve. E ho detto tutto.
VOTO GARA: 7/10. Una bella gara, con dei buoni sorpassi. Manca solo la lotta nei primi posti della classifica.
IL MOMENTO PIU’ BELLO: Il sorpasso di Ricciardo su Bottas. All’esterno in curva uno, tira una staccata pazzesca in curva 4. Spettacolare.
Prossima gara tra meno di una settimana a Suzuka, una pista simile a Malesia, dove i primi 3 team saranno sicuramente molto vicini: tutti possono vincere, e sarà sicuramente una gara spettacolare.
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]]>L’articolo Marquez trionfa ad Aragon, Dovizioso lontanissimo. Rossi è quinto sembra essere il primo su LoSportOnline.
]]>Secondo al traguardo un rinato Daniel Pedrosa, che a Misano in condizioni di pioggia aveva fatto perdere le proprie tracce, chiudendo lontanissimo dalla zona punti. Terzo Jorge Lorenzo, finalmente molto concreto anche nella seconda parte di gara, dopo aver condotto la corsa per svariati giri. Dietro al podio tutto spagnolo troviamo Maverick Vinales, decisamente sotto le aspettative e mai in lotta per la vittoria.
Il suo distacco dal primo non è enorme, bensì è preoccupante quello “dato” al compagno di squadra, a soli 23 giorni dalla frattura di tibia e perone, quindi in evidente svantaggio dal punto di vista fisico. Per Rossi il quinto posto di oggi può valere come una vittoria, considerati i tempi di una convalescenza normale. Per il trittico si preannuncia volata mondiale, sempre che Marquez non si dimostri come oggi: imprendibile.
POS. | PUNTI | NUM. | PILOTA | NAZIONE | TEAM | MOTO | KM/H | DATA E ORA/DISTANZA |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 25 | 93 | Marc MARQUEZ | SPA | Repsol Honda Team | Honda | 166.3 | 42’06.816 |
2 | 20 | 26 | Dani PEDROSA | SPA | Repsol Honda Team | Honda | 166.3 | +0.879 |
3 | 16 | 99 | Jorge LORENZO | SPA | Ducati Team | Ducati | 166.2 | +2.028 |
4 | 13 | 25 | Maverick VIÑALES | SPA | Movistar Yamaha MotoGP | Yamaha | 166.0 | +5.256 |
5 | 11 | 46 | Valentino ROSSI | ITA | Movistar Yamaha MotoGP | Yamaha | 165.9 | +5.882 |
6 | 10 | 41 | Aleix ESPARGARO | SPA | Aprilia Racing Team Gresini | Aprilia | 165.9 | +6.962 |
7 | 9 | 4 | Andrea DOVIZIOSO | ITA | Ducati Team | Ducati | 165.8 | +7.455 |
8 | 8 | 19 | Alvaro BAUTISTA | SPA | Pull&Bear Aspar Team | Ducati | 165.8 | +7.910 |
9 | 7 | 5 | Johann ZARCO | FRA | Monster Yamaha Tech 3 | Yamaha | 165.5 | +13.002 |
10 | 6 | 44 | Pol ESPARGARO | SPA | Red Bull KTM Factory Racing | KTM | 165.4 | +14.075 |
11 | 5 | 36 | Mika KALLIO | FIN | Red Bull KTM Factory Racing | KTM | 165.2 | +17.192 |
12 | 4 | 29 | Andrea IANNONE | ITA | Team SUZUKI ECSTAR | Suzuki | 165.0 | +20.632 |
13 | 3 | 43 | Jack MILLER | AUS | EG 0,0 Marc VDS | Honda | 164.8 | +23.886 |
14 | 2 | 45 | Scott REDDING | GBR | OCTO Pramac Racing | Ducati | 164.7 | +25.523 |
15 | 1 | 53 | Tito RABAT | SPA | EG 0,0 Marc VDS | Honda | 164.6 | +26.082 |
16 | 94 | Jonas FOLGER | GER | Monster Yamaha Tech 3 | Yamaha | 164.3 | +30.302 | |
17 | 42 | Alex RINS | SPA | Team SUZUKI ECSTAR | Suzuki | 164.2 | +31.874 | |
18 | 8 | Hector BARBERA | SPA | Reale Avintia Racing | Ducati | 164.2 | +31.948 | |
19 | 38 | Bradley SMITH | GBR | Red Bull KTM Factory Racing | KTM | 164.0 | +36.296 | |
20 | 9 | Danilo PETRUCCI | ITA | OCTO Pramac Racing | Ducati | 163.9 | +37.842 | |
21 | 76 | Loris BAZ | FRA | Reale Avintia Racing | Ducati | 163.2 | +47.599 | |
22 | 22 | Sam LOWES | GBR | Aprilia Racing Team Gresini | Aprilia | 163.2 | +47.647 | |
Non classificato | ||||||||
35 | Cal CRUTCHLOW | GBR | LCR Honda | Honda | 165.5 | 7 Giri | ||
17 | Karel ABRAHAM | CZE | Pull&Bear Aspar Team | Ducati | 156.8 | 13 Giri |
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]]>It's @petosagan !!! This is historic!! WHAT A LEGEND " class="wp-smiley" style="height: 1em; max-height: 1em;" />" class="wp-smiley" style="height: 1em; max-height: 1em;" />" class="wp-smiley" style="height: 1em; max-height: 1em;" />" class="wp-smiley" style="height: 1em; max-height: 1em;" />" class="wp-smiley" style="height: 1em; max-height: 1em;" />" class="wp-smiley" style="height: 1em; max-height: 1em;" /> Historic triple! #Bergen2017 pic.twitter.com/saJawOTG2G
— UCI (@UCI_cycling) September 24, 2017
Il VINCITORE…e anche il MIGLIORE, Peter Sagan.
L’impresa compiuta dal fuoriclasse slovacco è da annoverare nei libri di record come mai riuscita prima. Era si successo che qualcuno si confermasse campione del mondo tre volte (Binda, Merckxx, Freire), ma nessuno aveva mai fatto la tripletta consecutiva. La doppietta era invece riuscita a Bugno nei primi anni ’90 e Paolo Bettini nelle edizioni 2006-2007.
Tornando a Peter a differenze dei campioni citati prima salta subito all’occhio che la sua nazione non sia tra le dominanti nella disciplina e quindi in ogni mondiale disputato ha dovuto correre in modo intelligente, non dispendioso e avere anche fortuna o collaborazioni involontarie dalle altre rappresentative. Anche così è stato oggi e per questo è stato il migliore, s’è nascosto nella pancia del gruppo e lo abbiamo visto in pratica solo sul rettilineo finale, un po’ come era avvenuto lo scorso anno, mentre due anni fa aveva potuto prendersi la libertà di attaccare più da lontano senza essere chiuso immediatamente.
Lo SCONFITTO, Alexander Kristoff.
In una gara del genere, sviluppatasi in un certo modo fare secondo è di fatto una sconfitta poi in casa e in una volata in cui il norvegese si era giocato alla perfezione le sue carte, rimontato negli ultimi metri e finito dietro di centimetri probabilmente per aver sbagliato il colpo di reni, o se preferite perché l’altro l’ha fatto meglio. Hushovd resta così l’ultimo norvegese a indossare il tricolore, mentre Kristoff come il connazionale e rivale Boasson Hagen deve accontentarsi di un argento.
La SQUADRA, l’Italia.
Sono anni che ormai otteniamo questo riconoscimento, ogni anno ci andiamo vicini e quest’anno forse ancora più vicini. Sicuramente a differenza di anni passati non abbiamo avuto momenti di assenza. Era capitato che magari nel momento clou scomparissimo, questa volta ci siamo sempre stati, specie nell’attacco di Alaphilippe siamo stati noi, con Moscon, gli unici a chiudere e poco prima era toccato a Bettiol. All’arrivo abbiamo fatto la volata, con Trentin non Viviani, e probabilmente di più Matteo non poteva fare, non è velocista puro ma ha messo le sue ruote davanti a velocisti di altissimo livello. Se è vero che ci stiamo avvicinando l’anno prossimo con un mondiale duro potremmo sorridere noi alla fine.
Il MOMENTO DECISIVO, considerando che dalla pancia del gruppo nessuno ha mai avuto troppa libertà, sicuramente l’ultimo giro.
Anzi il momento veramente decisivo è stato negli ultimi 4 km di gara proprio quando Alaphilippe e Moscon passano sul tratto in pavé e la regia si perde tutto. Sicuramente lì il francese avrà dato tutto – bravissimo comunque a chiudere 10° – dietro Moscon sembrava perdere e al ritorno in diretta avevano un danese qualche metro avanti al gruppo e un italiano a chiudere il buco. Inutile sottolineare la gravissima pecca della tv norvegese, che toppa nel momento in cui il mondiale poteva essere deciso, cose che neanche al Tour de France capitano quando ti inquadrano il francese di turno staccato in coda al gruppo, almeno lì sono ancora in diretta.
La DELUSIONE, guardando l’ordine di arrivo che rappresenta bene o male tutte le nazioni tranne una, la Germania.
Considerando poi che si è arrivati in volata e i tedeschi sono famosi soprattutto per i loro velocisti viene da chiedersi dove siano i vari Kittel, Greipel e Degenkolb. Scopri che i primi due non sono stati neanche convocati perché “il percorso non era adatto a loro” e il terzo che avrebbe dovuto fare il capitano si è fatto male poco prima della rassegna mondiale. Sicuramente un svista da parte dei teutonici che forse si accontentano solo di fare tappe al Giro per prepararsi meglio al Tour.
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]]>L'articolo #Bergen17 | Preview prova in linea elitè maschile – Sagan per il tris da leggenda, ma sarà accerchiato sembra essere il primo su LoSportOnline.
]]>Percorso. Imprevedibile, ma non particolarmente duro. Sono 267 chilometri di cui i primi 40 sono “fuori dal circuito” con partenza da Rong in direzione Bergen dove c’è un circuito di 19km da ripetere 12 volte. Tale circuito è composto da tanti strappettini non particolarmente insidiosi ma che si faranno sentire, ma il fulcro è la salita di Salmon Hill: 1500mt con pendenza media del 6,4% con punte dell 8% nel primo tratto. Dopodichè solo discesa e pianura per 10km fino al traguardo, ma occhio alla discesa insidiosa soprattutto se dovesse piovere, cosa molto probabile in questo periodo in Norvegia. Percorso non adattissimo ai velocisti ma che potrebbero provare a resistere in caso di corsa bloccata, soprattutto quelli più resistenti: profilo più adatto quindi agli uomini di classica con uno grande spunto veloce in caso di volata sia ristretta che numerosa.
Favoriti. Richmond 2015, Doha 2016…e perchè no, Bergen 2017: Peter Sagan vuole un tris da fantascienza. E’ lui indubbiamente il favoritissimo per una corsa del genere. Lui è adattissimo ad ogni tipo di corsa che si viene a creare, sia per un attacco da lontano (con la collaborazione di chi vuole seguirlo), sia in caso di condizioni meteo estreme dove la guida della bicicletta può essere fondamentale, sia per un attacco all’ultima salita, sia per una eventuale volata a ranghi ridotti o anche in un gruppo numeroso: la completezza dello slovacco è un pericolo per tutti. Ma…sarà letteralmente solo contro tutti, con la Slovacchia molto debole (e quindi costretto ad agire in prima persona spendendo numerose energie) e con gli avversari desiderosi a levarselo dai piedi il prima possibile. Su tutti una corazzata che risponde nella nazione del Belgio che sarà la squadra di riferimento proponendo Greg Van Avermaet, Philippe Gilbert e Tim Wellens oltre ad altri corridori di primo piano pronti a far fuori Sagan. Un corridore molto adatto a questo percorso e forse il più vicino a Sagan come caratteristiche è Michael Matthews con l’Australia che sarà solo per lui ma senza una vera seconda punta. Sarebbe una brutta gatta da pelare, ma c’è l’incognita condizione per Fernando Gaviria che viene supportato da una Colombia di altissimo livello ma con troppi scalatori come Nairo Quintana, ma anche un Rigoberto Uran può sorprendere da lontano. Da non sottovalutare la selezione francese che a sorpresa non porta un uomo veloce (Demarè avrebbe fatto comodo) e va all’attacco con Julian Alaphilippe e Tony Gallopin: loro non aspetteranno la volata sicuramente se vogliono una medaglia, così come l’Olanda con Bauke Mollema, Wouter Poels e Tom Dumoulin; l’Irlanda con Daniel Martin e il Portogallo con Rui Costa, anche se il percorso è troppo leggerino per loro. Tanta pressione avrà la squadra di casa, la Norvegia, che può ben figurare puntando su due corridori tra i favoriti come Alexander Kristoff, chiamato a reggere le salite e arrivare in volata, ed Edvald Boasson Hagen, per una corsa più dura: il problema sarà la convivenza se pensiamo all’anno scorso dove non andarono d’accordo e fecero un disastro. Sarebbe gravissimo sottovalutare l’ultimo campione del mondo “non Sagan”: Michal Kwiatkowski, anche lui con meno corridori rispetto ai rivali, sta disputando la sua miglior stagione di sempre e nelle classiche difficilmente sbaglia quest’anno, ma anche lui dovrà evitare una volata numerosa cercando di sfiancare Sagan come alla Milano-Sanremo. Occhio a possibili sorprese come la Spagna, orfana di Valverde, che punta sul fattore sorpresa con Josè Joaquin Rojas pronto a qualsiasi evenienza, la Rep.Ceca con Zdenek Stybar, la Slovenia con Luka Mezgec, il Sud Africa con Daryl Impey, la Svizzera con Michael Albasini e la Gran Bretagna, orfana di Mark Cavendish, con Ben Swift. Da segnalare l’autogol della Germania: il selezionatore ha escluso Kittel e Greipel (in effetti percorso troppo duro per loro), puntando tutto su Degenkolb che però all’ultimo è costretto a rinunciare per infortunio.
Italiani. E per ultimo, c’è la nostra nazionale: l’Italia ha concrete chance di essere protagonista disponendo di atleti in forma e soprattutto capaci di far male. Davide Cassani è stato chiaro: non si tira un metro e si cerca di cogliere l’attimo sfruttando le occasioni. Alessandro De Marchi e Salvatore Puccio sono chiamati a gestire la vicenda nella prima parte di corsa, Daniele Bennati dirigerà la squadra sulla strada, Elia Viviani deve stringere i denti il più possibile per una eventuale volatona dove non parte battuto contro nessuno, mentre Diego Ulissi, Gianni Moscon, Sonny Colbrelli e Alberto Bettiol dovranno inserirsi nei tentativi di media distanza, quelli interessanti ovviamente, che permetterebbero, oltre a Viviani, a Matteo Trentin di stare al coperto e risparmiare più energie possibili: per Trentin l’arduo compito di leggere le mosse dei favoritissimi, Sagan compreso, e provare a seguirli colpendoli in una volata ristretta, le capacità le ha e la Vuelta lo dimostra, potendosi giostrare con gli altri azzurri che riusciranno a stare davanti nel finale e provare a sfruttare l’eventuale superiorità numerica. Cassani è stato chiaro: i capitani sono due, Trentin per la corsa dura e Viviani per una volata se sarà presente.
Ecco il nostro personale borsino:
*****: Peter Sagan
****: Greg Van Avermaet, Michael Matthews
***: Fernando Gaviria, Alexander Kristoff, Philippe Gilbert, Matteo Trentin, Michal Kwiatkowski
**: Tim Wellens, Julian Alaphilippe, Tony Gallopin, Edvald Boasson Hagen, Elia Viviani, Michael Albasini, Sonny Colbrelli
*: Rigoberto Uran, Bauke Mollema, Tom Dumoulin, Wouter Poels, Daniel Martin, Luka Mezgec, Josè Joaquin Rojas, Rui Alberto Faria Costa, Daryl Impey, Zdenek Stybar
Per tutti quelli che GIOCANO AL FANTACICLISMO ricordiamo che la prova in linea del mondiale è considerata come una “Classica Monumento” e quindi c’è la possibilità di indicare un corridore che solo per questo evento prenderà il doppio dei punti. Per farlo basterà semplicemente commentare qui sotto con nome squadra + nome corridore prescelto, potete vedere l’elenco dei partecipanti iscritti (qui ufficioso). Il tutto entro le ore 11 di Domenica 24 Settembre.
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]]>In un percorso anomalo per una crono, relativamente corto e con uno strappo finale di 3 km per niente semplice da domare, l’ultimo vincitore del Giro d’Italia ha vinto con 58 secondi di vantaggio su Primoz Roglic e 1.21 su Chris Froome che ha salvato il podio per una manciata di secondi dal sorprendente portoghese Nelson Oliveira.
Pronostici della vigilia dunque rispettati con i primi 3 favoriti sul podio. Nono il campione uscente Tony Martin polemico fin dalla viglia con gli organizzatori per la conformazione del percorso.
Per gli azzurri da segnalare la grandissima prova di Moscon, che ha ceduto un po’ solo nello strappo finale ed è giunto sesto a meno di un secondo dal quarto posto e a 8 secondi dal gradino più basso del podio occupato dal suo capitano Sky.
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]]>Ma parliamo dell’incidente. Alla partenza, Verstappen scatta meglio di Vettel e prova a sorpassarlo, con il tedesco che comincia a chiudere la traiettoria a Verstappen; chi però spunta alla sinistra dell’olandese è Kimi Raikkonen, che con una partenza perfetta si era portato davanti a Verstappen e quasi in prima posizione. Vettel però non lo vede e continua a stringere Max fino a quando il pilota Red Bull tocca Kimi mettendolo fuori gioco, con il finlandese che “rimbalza” sulla fiancata del compagno di squadra e procedendo dritto, colpendo in curva 1 sia Verstappen che l’incolpevole Alonso, che era balzato in un’incredibile seconda posizione. Max accusa le Ferrari, Vettel si difende dicendo di non aver visto Kimi. Chi ha ragione?
KIMI RAIKKONEN: LE COLPE – 1%
Cominciamo dal pilota che ha meno colpe di tutte – e forse non ne ha nemmeno. L’unica vera “colpa” del finlandese è quella di fare una partenza perfetta e affiancare Verstappen: c’è chi dice che Kimi, essendo lo “scudiero” di Vettel, avrebbe dovuto pensarci due volte prima di provare un sorpasso così rischioso, ma si può veramente condannare un pilota che attacca all’interno senza creare una situazione pericolosa?
MAX VERSTAPPEN: LE COLPE – 39%
Passiamo all’olandese. Buona partenza, appena vede Vettel sulla destra si sposta verso sinistra, e nonostante veda Kimi da quel lato (era già davanti) si sposta sempre più verso di lui fino a toccarlo, nonostante ci fosse ancora spazio sulla destra: è questa la prima colpa dell’olandese. La più pesante però è quella di cominciare a rallentare troppo tardi, quando oramai il contatto è inevitabile: avesse cominciato a farlo un attimo prima, probabilmente le cose sarebbero andare diversamente. D’altra parte, però, è anche vero che è molto difficile esaminare il suo punto di vista, dato che tutto accade molto rapidamente.
SEBASTIAN VETTEL: LE COLPE – 60%
E’ il pilota tedesco che, tuttavia, ha le colpe maggiori. Colpevole di una partenza per nulla all’altezza, il tedesco si preoccupa solo di stringere Max e lo costringe ad andare verso Raikkonen, causando così l’incidente. Sebbene, partendo dalla pole, Vettel ha tutto il diritto di difendere la posizione, il quattro volte campione del mondo ha esagerato costringendo Max al contatto con Kimi. Inoltre, avesse stretto Verstappen per poi tornare sulla destra, probabilmente non sarebbe neanche stato colpito dall’incolpevole compagno di squadra.
L’incubo del 2008, dove Massa perse il mondiale proprio a Singapore a causa di un banale errore ai box, si è dunque ripetuto: Vettel rischia quindi di perdere uno dei mondiali più equilibrati degli ultimi anni per un incidente facilmente evitabile. D’ora in poi servirà un Vettel impeccabile per sperare ancora nel titolo mondiale.
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]]>Percorso. Thor Hushovd, ambasciatore dell’evento, ha definito “una cronometro mai vista prima ai campionati del mondo“. Infatti per tale evento siamo abituati a biliardoni di 50km con al massimo qualche strappetto che fa il solletico ai grandi specialisti sulle lancette: quest’anno la musica sarà completamente diversa. Intanto il tracciato misura “solo” 31km che ha il suo culmine con un arrivo in salita a Mount Floyen: poco più di uno strappo di 3.4km ma con una pendenza media del 9.1%, insomma non proprio una passeggiatina, è la prima volta che una cronometro mondiale si chiude in salita. Quindi trattasi di una cronometro non per specialisti puri seppur la prima parte sia adatta per tali corridori. Importante sarà dunque non spendere troppo nella prima parte di corsa per conservare le energie per il gran finale.
Partecipanti. Per un percorso simile, non per cronoman puri, il pronostico è incertissimo. La certezza è che Tony Martin, campione uscente, non sarà contentissimo di questo tracciato: la presenza di una salita finale lo svantaggia nei confronti di chi va forte in salita e si difende in piano. Grazie a queste caratteristiche, il favorito sembrerebbe Tom Dumoulin, che si è preparato oculatamente per questo appuntamento sacrificando la Vuelta. Martin comunque non mollerà l’osso facilmente ma avrà anche un altro avversario temibile: Chris Froome. Il Keniano Bianco, reduce da una Vuelta vinta e forse dai troppi festeggiamenti, è adattissimo a questo percorso ma un conto è una cronometro secca, un altro è una cronometro nell’arco delle tre settimane: ma sottovalutarlo sarebbe un gravissimo errore considerando che in salita è il migliore dei partecipanti, se la forma è la stessa della Vuelta. Gli altri cronoman sembrano un gradino sotto, ma le sorprese sono dietro l’angolo con Jonathan Castroviejo, Rohan Dennis e Stefan Kung pronti a sorprendere i grandi favoriti. Da non sottovalutare chi è un corridore non eccezionale a cronometro ma adatto per questo percorso come Wilco Kelderman, l’idolo locale Edvald Boasson Hagen, Gorka Izaguirre, George Bennett e il nostro Gianni Moscon. Il campione italiano a cronometro è l’unico azzurro presente è può provare a dire la sua sfruttando anche lui la presenza di una salita: una top 5 non è utopia, ma occhio alla stanchezza accumulata alla Vuelta dove si è sacrificato molto per Froome, oltre all’esperienza. C’era la possibilità di un secondo corridore italiano ma si è deciso, come a Rio, di rinunciare: peccato, perchè un Vincenzo Nibali visto alla crono di Logrono poteva farci un pensierino senza l’infortunio patito alla Vuelta. Questo il nostro personale borsino per la cronometro individuale.
*****: Tom Dumoulin
****: Tony Martin, Chris Froome
***: Jonathan Castroviejo, Rohan Dennis, Stefan Kung
**: Wilco Kelderman, Edvald Boasson Hagen, Gianni Moscon, Yves Lampaert
*: Tobias Ludvigsson, Gorka Izaguirre, George Bennett, Jan Barta, Victor Campenaerts, Jasha Sutterlin
Per tutti quelli che GIOCANO AL FANTACICLISMO ricordiamo che la cronometro mondiale è considerata come una “Classica Monumento” e quindi c’è la possibilità di indicare un corridore che solo per questo evento prenderà il doppio dei punti. Per farlo basterà semplicemente commentare qui sotto con nome squadra + nome corridore prescelto, potete vedere l’elenco dei partecipanti iscritti (qui). Il tutto entro le ore 12 di Mercoledì 20 Settembre.
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