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L’Ammiraglia – Stage 20 Vuelta D’Espana 2015

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Siamo agli sgoccioli del 2015, e ci sembra giusto celebrare l’anno concluso citando il momento che più ha emozionato nel mondo del ciclismo. Sono tanti i momenti da ricordare in positivo e in negativo, ma noi pensiamo che la 20esima tappa della Vuelta sia stato il momento in cui il cuore abbia superato ogni limite di battito. Soprattutto per i tifosi italiani: tappa a Plaza con una lunghissima fuga solitaria e Vuelta a Fabio Aru che con una condotta di squadra eccellente riesce a staccare Dumoulin che non riuscirà più a recuperare.

 

Girava pessimismo alla mattina della tappa, Aru aveva solo 6” da recuperare a Dumoulin ma i segnali provenienti dalle ultime tappe erano negativi con Dumoulin sempre francobollato alla ruota del sardo e quando ne aveva l’opportunità lo staccava con facilità. Aru inoltre il giorno precedente era caduto non proprio bene: si sa che le botte ne risentono il giorno dopo. Il percorso era si abbastanza duro (4 GPM di prima categoria) ma le salite erano pedalabili e l’ultima salita era a 17km dal traguardo. Infatti attaccare all’ultima salita era complicato dato che poi, eventualmente, Dumoulin poteva recuperare nel tratto di discesa e pianura sfruttando le doti di crono man. Occorre studiare qualcosa da lontano sfruttando al massimo la squadra anche se solo in 6 (Nibali e Tiralongo hanno lasciato la Vuelta anzitempo e Vanotti molto acciaccato).

 

Martinelli, DS Astana, propone una strategia sublime formata da quattro obiettivi, sfruttando il punto debole di Dumoulin: la squadra. Intanto manda in fuga due corridori Astana, Zeits e soprattutto Sanchez, preziosissimo su tutti i terreni. L’errore che fece la Giant di Dumoulin è stato quello di lasciare andare questa fuga con due Astana, troppo pericolosi in funzione di Aru, e così il primo obiettivo è centrato. In gruppo c’erano i gregari più forti: infatti, dopo aver lasciato la fuga a circa 10min, al penultimo GPM (Puerto de la Morcuera) ecco il monologo Astana per mandare alla deriva tutti i Giant in pochi metri, con prima Cataldo e poi Rosa, anche se Dumoulin rimane francobollato alla ruota di Aru, ma isolato: secondo obiettivo riuscito.

 

Terzo obiettivo: staccarlo dalla ruota del sardo. Entra in scena in tal senso Landa che inizia a menare come un fabbro e fare una selezione tremenda: inizialmente l’olandese fu staccato ma poi è riuscito a rientrare sempre in salita, dato che l’intenzione di Martinelli era quello di mantenere le energie di Landa anche dopo il GPM. Agli ultimi metri della salita, con Dumoulin visibilmente al gancio, Aru attaccò e riuscì a staccarlo: terza missione completata.

 

 

Ne rimane un’ultima, la più importante: non fare rientrare Dumoulin. Intanto un meraviglioso Landa sfrutta le sue doti di scalatore per riuscire a rientrare sul gruppo Aru senza la Roja, e quindi è lui a pilotare la discesa al sardo, ma da soli con un buon discesista e crono man come Dumoulin era dura tant’è che pian piano li raggiunge, e ad un certo punto li vede pure. In quel momento tutti i tifosi italiani rassegnati, ma Martinelli mica fesso: nell’ultimo momento disponibile ecco spuntare altre maglie azzurre, erano Zeits e Sanchez provenienti dalla fuga che si mettono immediatamente davanti e iniziano a tirare come non mai, con la collaborazione dei Katusha di Rodriguez: è precisamente qui che l’olandese della Giant alzò bandiera bianca! Infatti il vantaggio si alzò inesorabile, e Dumoulin è rimasto solo senza aiuti e senza squadra. Per l’Astana quindi è gioco da ragazzi poi controllare la situazione con il cronometro in mano e due corridori affidabili a sostegno di Aru come Landa e Sanchez. La punizione per Dumoulin poi fu troppo severa datò che pagò 4 minuti ed uscì addirittura dalla top 5.

 

Questa emozionante tappa che di fatto consegna la Vuelta ad Aru ci insegna come anche nel Ciclismo non si vince mai da soli, ci insegna come la squadra, la strategia e l’ammiraglia ricopre un ruolo fondamentale nella vittoria di un corridore. O sei super-man, oppure non si vince da soli ma anche con riunioni del mattino si riesce a trovare la soluzione vincente. Poi vero che cuore e gambe sono decisive, ma la testa ancora di più. Molti hanno criticato la condotta di gara dell’Astana in questa Vuelta, ma hanno smentito tutto in questa epica tappa, ricordando che hanno fatto 3 settimane praticamente in 7 e con parecchi giorni con la responsabilità della maglia di Leader. E infine, è anche la vittoria di Martinelli, DS capace di pilotare i “suoi” corridori alla vittoria: ad esempio, il Giro 2013 e il Tour 2014 di Nibali sono anche opera sua. Vi proponiamo un video che riassume la tappa.

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Giacomo Cormio

Sono nato e vivo a Milano, sono laureato in Scienze statistiche ed Economiche, passione legata allo sport. Infatti sono appassionato di Ciclismo, Calcio, Tennis, Basket e Motori soprattutto. I miei punti di riferimento sono coloro che mi hanno fatto avvicinare molto a questi sport: Nibali, Shevchenko, Federer, Bryant e Schumacher. E mi piace usare queste passioni scrivendo articoli.

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