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#Road to Rio – Badminton

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Sport olimpico da Barcellona 1992, il badminton sarà presente a Rio de Janeiro per la settima volta nella sua storia: tanto conosciuto e popolare nei paesi asiatici (Cina, Thailandia, Indonesia, Malesia, Giappone) e in Danimarca, in Italia si tratta di una disciplina ancora poco conosciuta, nonostante la forte ed esponenziale crescita avuta negli ultimi anni grazie al lavoro della FIBa (Federazione Italiana Badminton).

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Si tratta di uno sport di racchetta in cui due o quattro giocatori vengono posti in un campo di 13.4 x 6.1 m (13.4 x 5.2 m escludendo i corridoi del doppio) diviso per metà da una rete alta 1.55 m: il terreno di gioco risulta quindi non particolarmente grande, se confrontato ad esempio ad un campo da tennis 23,77 x 10,97, ma con la rete più alta rispetto al metro del “collega” con la pallina gialla. Ciò accade perché, a differenza del tennis, non è previsto il rimbalzo: il volano, buffo oggetto estremamente leggero composto da un tappo in sughero e alcune penne d’oca infilate in esso, deve essere sempre colpito al volo e, una volta caduto per terra, determina la fine del punto. Anche la racchetta è differente, molto più leggera e slanciata di una da tennis o da squash. Le partite si giocano al meglio dei 3 set ai 21 punti e sono un autentico concentrato di rapidità, riflessi, potenza e adrenalina: si tratta di fatto del secondo sport in assoluto per velocità di palla, secondo solamente alla pelota basca. Alle Olimpiadi 2016, come in tutte le edizioni precedenti, saranno in palio 15 medaglie (5 d’oro), 3 per disciplina: singolare maschile, singolare femminile, doppio maschile, doppio femminile e doppio misto.

L’Italia, orfana dell’ormai ritirata Agnese Allegrini (olimpica nel 2008 e nel 2012, purtroppo senza mai aver ottenuto vittorie), ripone tutte le sue speranze nella naturalizzata Jeanine Cicognini, già avvezza alla competizione a cinque cerchi, ma con la maglia rossocrociata della Svizzera. La Cicognini, appena arrivata in Italia, ha dominato per due anni consecutivi i Campionati Italiani Assoluti mentre a livello internazionale ha ottenuto alcuni buoni risultati, ma solo nel panorama europeo/africano/americano, senza mai avventurarsi nei durissimi tornei asiatici. L’impresa sarebbe già superare un turno, sperando in un sorteggio favorevole e in un’ottima prestazione della nostra portacolori, che a giochi fatti parte sfavorita con quasi tutte le possibili avversarie. Nulla da fare in campo maschile: Rosario Maddaloni, dopo 4 anni di grandi sacrifici, ha visto sfumare il sogno olimpico per un soffio, e ci riproverà nel 2020, mentre il doppio maschile con il suo compagno/rivale Giovanni Greco è fermo attorno alla 60° posizione mondiale, non abbastanza per la qualificazione.

La Cina si presenta ancora come grandissima favorita per il primo posto nel medagliere, ma la competizione, quest’anno più che mai, è davvero molto aperta. Nel torneo maschile almeno 4/5 nomi si giocheranno la medaglia d’oro, quasi una decina possono ambire a una medaglia qualunque. Il favorito assoluto resta Lee Chong Wei, malese tornato n.1 del mondo poche settimane fa dopo un lungo recupero da infortuni e sospetti casi di doping. Wei, vero idolo delle folle malesi, ha fallito per due volte consecutive la conquista del metallo più pregiato, nel 2008 e nel 2012. In entrambi i casi è stato sconfitto da Lin Dan, la leggenda cinese, che con Wei ha dato vita a quella che senza dubbio è la più grande rivalità della storia del badminton moderno, e che potrebbe vivere a Rio il suo atto finale. Se nel 2008 fu un successo netto e deciso di Lin, nel 2012 la loro finale fu un’autentica battaglia di nervi, chiusa per 21-19 al terzo set dall’atleta cinese: Wei in lacrime, Lin a correre per l’intero palazzetto in preda ad una gioia irrefrenabile. Ma Dan ha vissuto negli ultimi anni una lunga fase di crisi, un po’ per l’età non più giovanissima, un po’ per infortuni di vario tipo: non è un caso però che la sua ripresa abbia avuto scena proprio in prossimità delle Olimpiadi. Non è il favorito, ma si presenta in qualità di mina vagante, pericolosissimo per tutti. Terzo incomodo un altro cinese, Chen Long, ex n.1 che ha perso il suo status a lungo mantenuto proprio per “colpa” di Lee Chong Wei. Alto, possente e molto tecnico, Long è un candidato alla vittoria finale, nonostante non stia attraversando per nulla un periodo brillante. Gli ultimi due che possono vantare alcune speranze di medaglia sono due danesi: Victor Axelsen, giovanissimo in forma strepitosa, capace negli scorsi mesi di massacrare Lin Dan, battere Chen Long e seriamente impensierire Wei, e Jan O Jorgensen, molto più esperto, estremamente tecnico e molto intelligente.
Nel singolare femminile, la favorita del seeding è la Carolina Marin, che sta però affrontando un periodo davvero complicato. La mancina spagnola rimane però una delle più forti in circolazione e non può non essere considerata tra le favorite. La vera favorita pare piuttosto essere la cinese Li Xuerui, n.2 del mondo, fortissima giocatrice tutta estro e metodo, seguita a ruota dall’altra cinese, Wang Yihan, e dalla thailandese Intanon, in grandissima condizione di forma. Attenzione anche alla giapponese Nozomi Okuhara, piccolina tutto pepe dal paese del sol levante che negli scorsi tornei è stata capace di battere ripetutamente proprio la Marin. Infine, qualche speranza anche per l’indiana Saina Newhal, ottima giocatrice ma senza grandi vittorie in palmares.

In doppio maschile, non possono non essere favoriti i coreani Le /Yoo, coppia collaudatissima che nell’ultimo anno è sembrata inattaccabile. Attenzione anche ai n.2 del seeding, Ahsan/Setiawan, che daranno loro molto filo da torcere, o ai cinesi Fu/Zhang, coppia nata dalle ceneri della leggendaria coppia Cai/Fu campione olimpica in carica. Grandissima curiosità intorno al rientro alle gare dei danesi Boe/Mogensen, ex n.2 del mondo fino a pochi mesi fa, momento in cui Mogensen venne colpito da aneurisma.
In doppio femminile, disciplina da ricostruire dopo lo scandalo a Londra 2012 che portò alla squalifica delle 3 coppie cinesi favorite per la vittoria, Matsumoto/Takahashi sono le prime della lista quando si parla di medaglia d’oro. Chances anche per le forti Tang/Yu e Tian/Zhao, entrambe cinesi, mentre le uniche speranze europee provengono dalle esperte danesi Pedersen/Rytter Juhl.
Infine in doppio misto, i cinesi Zhang/Zhao sembrano 3/4 spanne sopra tutti, grazie alla loro maniacale cura dei dettagli e il loro controllo emotivo sulla partita. Attenzione però agli outsiders Ko/Kim, coreani, molto più spettacolari: lui un fascio di muscoli, potente e letale, lei raffinata e pungente. Seguono a ruota i danesi Fischer Nielsen/Pedersen, bronzo in carica, coppia estremamente emotiva ma potenzialmente letale e che l’anno passato batté Ko/Kim in una delle partite più incredibili della storia del badminton professionistico: un’intera partita decisa in un singolo punto quando, sul punteggio si 1 set pari e 29-29, un punto singolo decise lo scontro in favore proprio dei danesi. Chissà che non siano in grado di ripetersi.

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Matteo Suardi

Appassionato di basket e tennis, tifosissimo dei San Antonio Spurs, ma soprattutto amante dello sport in tutte le sue forme.

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