Indian Wells: il torneo che non si accontenta mai
Sono arrivati anche per il 2016 i Masters 1000, ed era ora! Gli appuntamenti più importanti del circuito dopo Slam e World Tour Finals sono da sempre l’espressione della stagione tennistica d’élite, dal momento in cui (erba a parte) troviamo tutte le zone del mondo e le superfici più disparate ma soprattutto una mole non indifferente di punti in palio. Come sempre, la stagione dei 1000 si apre col botto, nel deserto californiano con un tabellone allargato rispetto all’ordinaria disposizione a 64 partecipanti. Questo ruolo “privilegiato” del primo torneo di categoria del calendario è dovuto soprattutto al blasone che negli anni questo evento è riuscito a raggiungere grazie ad un mix di ambizione, investimenti e gradimento dei giocatori.
In particolare, il torneo di Indian Wells nasce nel 1987 e venne immediatamente scelto tra i 9 appuntamenti che formavano la categoria Masters 1000 di allora (ai tempi denominata Grand Prix Championship Series). Le prime due edizioni vennero disputate solo da uomini, diventò combined nell’89. Ciò che maggiormente impressiona di questo torneo è la volontà di migliorarsi anno dopo anno e la capacità di rendere questo desiderio un insieme di fatti concreti con il passare del tempo, a partire dai progetti dell’ex numero 1 del mondo Pasarell, direttore della prima edizione di Indian Wells e di quelle precedenti in altre sedi, passando per gli anni 2000 con la costruzione dell’Indian Wells Tennis Garden, attuale sede del torneo, fino all’era Ellison. Ed è proprio quest’ultima, la più attuale, sulla quale vale la pena soffermarsi maggiormente.
Con la riforma del calendario ATP attuata nel 2009, che ha portato la categoria Masters Series a diventare Masters 1000 con la nuova distribuzione di punti a seconda del prestigio dei tornei, anche l’evento californiano ha deciso di rinnovarsi nel suo organigramma, veneno acquistato dal magnate americano Larry Allison, proprietario di Oracle. Generalmente, al giorno d’oggi, l’acquisto di qualsiasi bene sportivo da parte di grandi capitalisti è sempre un’arma a doppio taglio: non sai mai se e quanto conoscono la disciplina in questione e quindi hai paura che possano snaturarla, ma soprattutto si teme che questi imprenditori vedano il tutto come un giocattolo per un bambino capriccioso, che lascerà non appena inizierà ad annoiarlo. Per fortuna di noi appassionati, ed in particolare di chi ogni anno si reca in California per assistere dal vivo allo spettacolo, il buon Ellison si è dimostrato capace di comprendere le esigenze di pubblico e giocatori da semplice giocatore amatoriale ed ogni anno è facile vedere al Tennis Garden ulteriori miglioramenti ad una struttura che ormai da parecchi anni viene nominata la migliore rispetto a tutti gli altri eventi di pari categoria. Dopo i lavori di ammodernamento (gli ennesimi) degli ultimi due anni che hanno portato alla nascita dello Stadium 2 da 8.000 posti a sedere e diverse zone dove oggi gli spettatori possono gustare un pasto o bere un drink comodamente seduti ed al riparo dalle torride temperature del deserto californiano, l’ultimo Master Plan prevede un’ulteriore espansione del sito: in particolare è prevista la costruzione di un terzo stadio da 5.000 posti a sedere all’interno del quale si troveranno diversi ristoranti ed un museo con la migliore collezione di cimeli tennistici del mondo, selezionata accuratamente ed acquistata senza badare a spese dall’organizzazione (tra l’altro nessun museo tennistico al mondo si trova all’interno di uno stadio che ospita dei match, altro primato che il torneo otterrebbe al completamento dei lavori).
Passando alla storia tennistica del torneo, il primo e l’ultimo vincitore del singolare maschile oggi lavorano insieme e fanno razzia di trofei. Ebbene sì, Boris Becker e Nole Djokovic rispettivamente aprono e chiudono l’albo d’oro dell’attuale BNP Paribas Open; il coach vanta due successi, l’allievo detiene il record di 4 trionfi, record però condiviso con un altro protagonista dell’era contemporanea quest’anno, ironia della sorte, assente: Roger Federer. Altra curiosità statistica: dal 2004 ad oggi, in terra californiana solo un uomo è riuscito ad arginare il dominio dei dei due giocatori sopracitati e di Rafa Nadal, ma questo “intruso” è attualmente legato ad uno di questi tre straordinari campioni: si tratta di Ivan Ljubicic, vincitore dell’edizione 2012 ed attuale coach proprio di Federer.
La storia del singolare femminile, invece, non è sempre stata rose e fiori: Serena e Venus Williams hanno boicottato il torneo rispettivamente per 14 e 15 anni dopo che vennero fischiate ed accusate dal pubblico di aver messo in scena il ritiro di Venus prima della semifinale contro la sorella minore per mandare quest’ultima in finale (che tra l’altro vinse). Ironia della sorte, Serena Williams al suo primo Indian Wells dopo il rifiuto ultradecennale di parteciparvi si dovette ritirare prima della semifinale per un infortunio, ma stavolta per lei niente fischi. Passando all’albo d’oro, è inevitabile per noi italiani rievocare i dolcissimi ricordi del trionfo di Flavia Pennetta nel 2014 al termine di una cavalcata tanto inaspettata quanto trionfale, culminata nel successo più bello della sua carriera dopo New York 2015. La prima vincitrice è stata Manuela Maleeva, l’ultima Simona Halep. In chiusura abbiamo due curiosità statistiche: la prima riguarda il record di trionfi, condiviso addirittura da otto giocatrici (Martina Navratilova, Mary Joe Fernandez, Steffi Graf, Serena Williams, Lindsay Davenport, Kim Clijsters, Daniela Hantuchova e Maria Sharapova) ed è di soli 2 successi a testa; il secondo riguarda le ultime dieci edizioni del torneo, nelle quali solo Maria Sharapova, che non parteciperà quest’anno per i motivi che tutti conosciamo, è riuscita a sollevare il trofeo per più di una volta.
Il primo 1000 del 2016 è già cominciato da qualche giorno ed vedrà il suo atto conclusivo addirittura Domenica 20 Marzo, dal momento in cui a questo evento, come detto in precedenza, possono accedere ai tabelloni principali di singolare ben 96 giocatori: per intenderci, le teste di serie sono 32 come nei Major ma in questo caso ottengono un Bye al primo turno. La distribuzione televisiva in Italia è abbastanza buona grazie alla sinergia Sky Sport/Supertennis che coprono rispettivamente ATP e WTA. Adesso tocca a noi, accomodiamoci e godiamoci lo spettacolo del grande tennis.
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