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La Leonessa, la Pulce e l’Artista: il riscatto delle veterane azzurre

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La Leonessa, la Pulce e l’Artista. Potrebbe essere l’inizio di una barzelletta o il sottotitolo del nuovo capitolo de “Le Cronache di Narnia”, invece non si tratta di nulla di tutto ciò. Questi tre personaggi sono veri e sono le nostre più alte rappresentanti nel mondo del tennis in rosa, che durante il mese di Febbraio hanno portato ai nostri colori grandi soddisfazioni. Si tratta di titoli e riconoscimenti dovuti al lavoro di una vita, gratificazioni personali di varia natura ma soprattutto di diverso significato in un momento in cui, con la racchetta di Flavia Pennetta appesa al chiodo e quelle di Vinci e Schiavone con i giorni contati, ci si chiede che ruolo possano avere le nostre future prospettive nell’élite di questo sport. Adesso è però arrivato il momento di celebrare tre grandi azzurre che hanno segnato in maniera indelebile la storia del tennis italiano, regalandoci forse la nostra era più ricca di successi.

Seguendo l’ordine cronologico partiamo da Roberta Vinci: la nostra “artista”, reduce dalla finale dello scorso US Open ha iniziato il 2016 confermando il suo buonissimo stato di forma ma senza regalare ulteriori sussulti fino al giorno di San Valentino, quando ha coronato una grande cavalcata vincendo il suo primo torneo Premier della carriera in quel di San Pietroburgo. La finale contro la rising star Belinda Bencic, che gode di una posizione in classifica migliore, non ha spaventato Roberta che si è imposta con il punteggio di 6-4 6-3 al termine di una partita giocata con grande metodo ed esperienza, e questo è bastato per smontare la giovane svizzera piena di talento ma ancora troppo inesperta per poter affrontare al meglio ogni situazione. Con questo titolo la pugliese ha alimentato i suoi sogni di raggiungere finalmente il suo sogno tutt’altro che inconfessato, per il quale bastava fare bene anche la settimana successiva a Dubai: entrare in top 10. Nonostante la spedizione negli Emirati si sia interrotta sul nascere, una serie di congiunzioni astrali le hanno regalato la realizzazione del sogno ripagandola degli sforzi di una vita, ed oggi infatti la Vinci è la quarta giocatrice della nostra storia ad essere tra le prime 10 del ranking mondiale (in decima posizione ma destinata a diventare almeno numero 9 scavalcando proprio Flavia Pennetta).

La settimana di Dubai però non ha regalato solo la top 10 a Roberta Vinci, ma anche un nuovo titolo per una ragazza che nel 2015 è stata protagonista di una preoccupante involuzione, ed anche la più giovane delle nostre “veterane”: è Sara Errani, la “pulce” di questa storia. Per la bolognese è arrivata la vittoria in un torneo importantissimo ma soprattutto si interrompe un digiuno che durava da un anno esatto, un anno pieno di difficoltà in cui forse anche lei non si riteneva più all’altezza dei più grandi palcoscenici. Ricorderete quello sfogo agli US Open di un paio di anni fa quando dichiarò apertamente di non essere più in grado di gestire la pressione e di volere maggiore tranquillità. Che sia questo il momento per ricominciare con una ritrovata serenità ed un rinato spirito combattivo a dispetto della sua statura minuta e della potenza inferiore alle top players. Sarita ha già ampiamente dimostrato che intelligenza tattica, tenacia e concentrazione massima possono anche fare molto più di quanto possiamo immaginare.

E siccome non c’è due senza tre, concludiamo la nostra trilogia con il ritorno della Leonessa. Francesca Schiavone è finalmente tornata alla vittoria nel torneo di Rio de Janeiro lanciando un messaggio a se stessa e a tutto il mondo del tennis. Lei c’è ancora, è ancora viva e almeno per adesso il ritiro si allontana, dopo i recenti pensieri di appendere la racchetta al chiodo a causa dei risultati tutt’altro che brillanti degli ultimi tempi, soprattutto la mancata qualificazione agli Open d’Australia che avevano suscitato in lei la consapevolezza di essere al termine e di cercare di giocare almeno un’ultima volta tutti e quattro i tornei Major. Ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, la nostra prima vincitrice Slam si erge ad esempio di carattere per tutti quelli che vogliono avere successo: in campo mette il cuore come pochi altri al mondo e soprattutto grazie a questo è riuscita a superare limiti apparentemente invalicabili regalando un sogno a lei e a tutti noi. La speranza è che questo trionfo possa dargli la giusta motivazione per regalarci un finale di carriera degno di una vera leonessa.

Grazie a loro il nostro tennis dimostra di essere ancora vivo nonostante il ritiro della nostra giocatrice più forte, ma per quanto potrà essere così? L’impressione è che, purtroppo, sarà difficile trovare in breve tempo delle eredi all’altezza, come dimostra la distanza tra queste tre campionesse ed il resto delle nostre portacolori all’interno del ranking ma anche in termini di livello di tennis. Le maggiori speranze sono tutte riposte su Camila Giorgi, la quale tuttavia sembra girarsi dall’altro lato quando si parla di punti deboli e questo probabilmente non la porterà a spingersi oltre ciò che è riuscita a fare fino ad ora; Karin Knapp avrebbe anche i mezzi per poter regalarci almeno un paio d’anni di alto livello, ma purtroppo sembra che per lei il treno sia passato e non per colpa sua. Sotto di loro sembra esserci il nulla, ma possiamo sperare che tante ragazzine, cresciute guardando le imprese delle nostre quattro eroine del secondo decennio egli anni 2000, possano riuscire ad emularle. D’altra parte, il testimone sta per essere passato, manca sempre meno.

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Fausto Consolo

Studente di Giurisprudenza a Messina, città che mi ha dato i natali e nella quale sono cresciuto, sin dall'infanzia lo sport diventa una delle mie più grandi passioni. Scrivo di tennis, sport che pratico da sempre, ma adoro anche la pallacanestro e come tutti gli italiani sono cresciuto con il pallone attaccato al piede. Grande tifoso dell'Inter e dell'Orlandina Basket, i miei più grandi idoli sono Javier Zanetti, Gianmarco Pozzecco, Josè Mourinho e Kobe Bryant, ma il vero amore (con buona pace di queste grandi icone dello sport) resta Roger Federer.

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