Nell’estate 1982 la Juventus, dopo il Mundial spagnolo, acquistò il centrocampista polacco Zbigniew Boniek. Si rivelò, nelle tre stagioni a Torino, poco prolifico in campionato, ma con una verve diversa quando le partite erano dal sapore europeo: ha sempre segnato gol pesanti, o è stato decisivo, nelle finali disputate in quegli anni dalla Juventus, segnando il gol decisivo nella finale di Coppa delle Coppe ’84 contro il Porto, una doppietta nella finale di Supercoppa europea contro il Liverpool lo stesso anno, nonchè l’aver procurato il rigore che segnò Platini all’Heysel nella nota finale. L’Avvocato, nel presentarlo al suo amico Kissinger, disse che Boniek era “il bello di notte”, in quanto, essendo poco decisivo in campionato (di pomeriggio), si scatenava nei match serali. E farsi dare una soprannome da Gianni Agnelli non era da tutti ed era come segnare una rete. Decisiva.
In questi ultimi tre anni in Italia c’è un giocatore, un attaccante, che nelle partite giocate di sera, che siano quelle di Coppa Italia o di UEFA Europa League, da il meglio di sé, segnando gol pesanti come quelli che segnava il polacco. Il suo nome è Sergio Floccari e gioca nella Lazio.
Calabrese classe 1981, questo ragazzo fisicatissimo gioca poche volte titolare in campionato, ma è da considerarsi un vero eroe di Coppa, nazionale o europea che sia. Suo, ad esempio, il gol al 93′, sotto la “Nord” dell’Olimpico, lo scorso 29 gennaio, che ha portato la Lazio alla finale di Coppa Italia, vinta poi dai biancocelesti contro i “cugini” della Roma.
Ma è proprio nelle coppe europee che Floccari ha sempre segnato gol decisivi: la doppietta che in due minuti ha portato la Lazio da 3 a 1 ad un insperato 3 a 3 in casa del Trabzonspor, il 3 ottobre scorso. Se non avesse segnato quei due gol, la Lazio avrebbe (forse) perso e mister Vladimir Petkovic sarebbe stato sollevato dal suo incarico. E se invece dell’ultima mezz’ora avesse giocato dall’inizio, dalla Turchia la Lazio sarebbe tornata forse con tre punti. Con i “se” e con i “ma” a calcio non si gioca ed intanto Floccari, zitto zitto, porta a nove le sue marcature in Europa in carriera.
Dopo diversi campionati disputati nelle serie minori, Floccari debutta in serie A nel gennaio 2006 con la maglia giallorossa del Messina, realizzando cinque reti nell’anno e mezzo siciliano.
Passa all’Atalanta dove gioca fino all’estate 2009 e con i bergamaschi segna ben 20 reti in campionato. Passa al Genoa e con il Grifone “assaggia” il brivido delle partite serali europee, realizzando una rete contro il Valencia. La sua esperienza al Genoa, ed in Europa League, dura solo fino all’apertura del mercato invernale, quando passò alla Lazio. Un attaccante per avere la fiducia del mister, della società e dei tifosi deve segnare e Floccari in quei pochi mesi che ha avuto a disposizione segnò poche reti. E con i capitoloni da gennaio a giugno segnò ben nove reti.
Mister Edy Reja vede in lui il terminale “lungo” necessario al suo 4-4-2, nonché il partner ideale per Mauro Zarate e il Presidente Lotito lo acquista dal Genoa, pagando il notevole riscatto. Floccari è finalmente un giocatore della Lazio, di una Grande, e vuole ringraziare chi ha creduto il lui promettendo tante reti. Grazie all’aiuto dei suoi compagni, il ragazzo di Vibo Valentia, si guadagna in pieno la stima concessagli e realizza sei reti. Perfetta l’intesa con Stefano Mauri ed Hernanes che per farlo segnare gli sfornano assist al bacio. Gli mancano le partite di coppa, però.
Ma il ragazzo, purtroppo o per fortuna, ha l’animo nomade e nella stagione successiva viene prestato al Parma. Il motivo è semplice: Lotito acquista dal Bayern Monaco niente meno che Miroslav Klose, uno che segna indistintamente di pomeriggio e sera, campionato, Coppe e Mondiali che siano. La società lo manda a giocare a Parma. Dopo un infortunio che lo terrà lontano dai campi fino a dicembre, e non degnamente rimpiazzato da Graziano Pellè, torna ed inizia a giocare con continuità. E segna anche contro la sua Lazio in una sera di fine marzo. Una doppietta che affonderà le aquile romane, una doppietta che lancerà i ducali verso la corsa salvezza.
In estate torna ancora a Formello. La Lazio ha un nuovo tecnico, pescato nella serie A svizzera, Vladimir Petkovic. La Lazio ritorna in Europa, Floccari diventa l’attaccante di punta dell’Europa League, visto che in campionato il posto di prima punta è occupato, in pianta stabile, da Klose. Gioca in campionato quando il panzer non è in forma o è infortunato, ma lui c’è sempre. Con il solito vizio di segnare sempre contro le sue ex squadre e contro le Grandi del campionato.
Floccar la stagione scorsa ha una data da incorniciare: martedì 29 gennaio 2013. Partita, ça va sans dire, serale. Semifinale di ritorno di Coppa Italia: la Lazio incontra la Juventus campione d’Italia. Allo “Stadium” finì 1 a 1. Al 92′ le due squadre erano sull’ 1 a 1 e sarebbero andate ai supplementari , ma ecco che al 93′ spunta la testa di Floccari che insacca la palla messa in mezzo da Mauri da calcio d’angolo e la Lazio va in finale di Coppa Italia dopo quattro edizioni. Il destino vole che quella finale sarebbe stata giocata contro la Roma proprio all’”Olimpico”, sede della finale unica con la premiazione da parte del Capo dello Stato. E alza il suo primo trofeo in carriera, alla tenera età di 31 e mezzo.
Quella rete lo ha reso ancora di più un idolo della tifoseria, diventando il sinonimo di un calciatore“operaio”: il coach gli dice “entra” e lui, a mo’ di soldato, ubbidisce…e segna.
Domenica Klose si è fatto male alla spalla e, in base alle diagnosi dei medici, sarà assente per almeno tre settimane e dopo la pausa della Nazionale, che Floccari ha indossato una volta sola nel 2010, ci sarà senza dubbio spazio per lui, il “bomber di scorta”. E pensare che uno come lui farebbe comodo a tante squadre di Serie A che occupano i piani alti della classifica. Ed in attesa che il suo compagno-capitano-assist man preferito Stefano Mauri torni dalla squalifica, Floccari sarà pronto a sobbarcarsi l’intero attacco laziale, trasciando la squadra fuori da una metà classifica che non le compete.
Zibì quando passò alla Roma non segnò più nessuna rete in Europa e perse il suo soprannome. Sarebbe bello vedere Boniek incoronare Floccari come suo erede naturale. Per la gioia dei tifosi laziali.
Simone Balocco
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